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Category Gelateria

Michel Paquier
Pasticceria Besuschio

Premio FB Clabo alla Migliore Comunicazione Digitale 2022

In un momento storico complicato, presentare la propria azienda sul web e sui social può assumere un’incidenza fondamentale. Già da diversi anni, la presenza nel mondo digitale è un fattore imprescindibile per ogni realtà professionale, e in uno scenario molto competitivo incrementare la propria visibilità, avere a disposizione un sito web accessibile ogni momento e creare soluzioni mobile friendly è diventato un principio essenziale per qualsiasi attività. Incrementare la propria trasparenza, costruire l’identità del proprio brand, attuare strategie promozionali e di vendita all’avanguardia, basate su un sistema che consenta una facile identificazione di prodotti o servizi ben definiti, è diventato il primo passo per allargare il proprio bacino d’utenza, comunicare i propri valori aziendali e ripartire al meglio.
E così anche i grandi maestri pasticceri sono sbarcati su internet: anche i più restii a fare i conti con i social hanno dovuto misurarvisi, così come la necessità di metter su servizi di vendita on line e consegna a domicilio ha spinto molte attività a riorganizzare la propria presenza su internet. Per questo motivo FB ha voluto rendere onore e premiare due attività artigianali che nel corso dell’anno si sono distinte per il loro impegno nel costruire un’identità digitale che rispetti quella del loro punto vendita. In qualità di sponsor della Guida Pasticcerie e Pasticcerie di Gambero Rosso, lo scorso 30 novembre FB ha incontrato a Roma i due premiati per la Migliore Comunicazione Digitale, Michel Paquier della pasticceria Douce di Genova e Andrea Besuschio della pasticceria Besuschio di Milano, in occasione della presentazione ufficiale della Guida, giunta all’undicesima edizione.

La buona comunicazione di Michel Paquier

Difficile parlare di ripartenza per Douce Genova. Perché in realtà non si è mai fermata. Anche grazie all’utilizzo dei social e a quella che Michel Paquier, maître pâtissier e genovese d’adozione, chiama “la buona comunicazione sul web”. È così, anche un professionista che si è inserito all’interno dell’establishment della Pasticceria italiana più raffinata, conquistando notorietà e maggiore consapevolezza, ha iniziato ad appassionarsi alle nuove regole di comunicazione phygital, scoprendo come sopperire alle chiusure forzate in tempo di lockdown grazie a strumenti di vendita alternativi. E non è un caso che proprio Michel, in occasione della presentazione della guida Pasticceri & Pasticcerie d’Italia 2022 del Gambero Rosso, ha ricevuto il premio della Migliore Comunicazione Digitale. Un premio meritato e sentito, per chi si impegna ogni giorno a realizzare una comunicazione attenta e curata, calibrata su foto di grande impatto emozionale e storie piacevoli e delicate come le sue specialità.

Racconti sinceri di un prodotto buono e delicato

Una comunicazione che gioca con il gusto, l’armonia e l’equilibro, ma che sa anche parlare al cuore senza troppi giri di parole o frasi ad effetto. Racconti che arrivano alle persone con sincerità e che trasmettono tutta la passione che Paquier mette nel suo lavoro. Attraverso contenuti semplici, ma mai banali, Michel punta su ciò che ha di più prezioso: il suo prodotto, fatto con amore e con rispetto, portando a conoscere l’essenza della sua pasticceria. Noto anche al grande pubblico per le partecipazioni a diverse trasmissioni per appassionati della pasticceria, ha trasformato il suo sito in un vero e proprio e-commerce, aumentando revenue e awarness del marchio Douce.

“La comunicazione digitale è imprescindibile. Il periodo del lockdown ha accelerato la nostra comunicazione attraverso i social, sui quali raccontiamo i nostri prodotti senza fare troppi giri di parole, con foto e descrizioni. Certamente i social rappresentano un’ottima palestra per sviluppare la comunicazione, anche per la nostra consegna a domicilio, che se un tempo non era considerata adesso rappresenta un valido alleato.”

Ascolta l’intervista

L’innovazione digitale della Pasticceria Besuschio

Il lockdown prima e le restrizioni poi hanno dunque dimostrato, anche per le pasticcerie, l’importanza della comunicazione digitale, convincendo tutti ad aggiornare siti, organizzare al meglio la vendita on line, elaborare sfiziosi box per asporto e delivery. Finita la fase più critica, si è tornati nei laboratori con la consapevolezza che tutto è cambiato e che occorre dare spazio all’inventiva, senza mai abbandonare la tradizione.
Ne sa qualcosa anche Andrea Besuschio, professionista completo dell’arte pasticcera, saldamente radicato alle sue origini e al suo territorio, eppure in grado di rinnovarsi costantemente attraverso un quotidiano lavoro di studio, ricerca, sperimentazione. Fedele alla lunga tradizione familiare, fatta di ricettazioni classiche, dolci da viaggio e grandi lievitati, Andrea ha saputo innovarsi creando quotidianamente ambientazioni web e social riconoscibili e in linea con le linee di un’attività storica e prestigiosa, tanto da meritarsi anch’egli il premio della Migliore Comunicazione Digitale. Tutti i tratti caratteristici della pasticceria Besuschio, dall’accurata selezione delle materie prime alla cura delle tecniche, dalla passione e il rispetto per l’eredità della tradizione allo studio attento e la ricerca, sono racchiusi nella scelta raffinata delle immagini presenti sulla pagina web. Immagini che descrivono tutto l’impegno nel garantire l’antica arte pasticcera e che rappresentano il marchio di un’autenticità italiana fatta di sapienza ed esperienza, ma anche di studio continuo e voglia di sperimentare.

Quanto importante ritenete sia, oggi, la comunicazione digitale per la vostra attività?
Molto, la comunicazione digitale è importante in ogni settore, soprattutto nel nostro, rivolto direttamente al cliente che spesso è curioso e vuole saperne di più sui prodotti. Attraverso la comunicazione digitale il bacino di clientela che si può raggiungere e a cui si può comunicare la propria passione e tradizione è sicuramente maggiore.

Quali servizi offrite tramite i canali digitali e con quale riscontro? Quali altri servizi vorreste eventualmente introdurre in futuro?
Il sito internet, lo shop online e soprattutto la pagina Instagram, dove offriamo servizi di informazione sui prodotti, foto e video sul nostro metodo di lavoro e su come vengono realizzati i nostri prodotti. E poi gli ordini online, sia tramite messaggi diretti su Instagram che tramite shop online.
In futuro ci piacerebbe ampliare le spedizioni ai prodotti maggiormente deperibili e fragili che necessitano di una conservazione particolare come, pasticcini, torte e monoporzioni.

La situazione che stiamo affrontando come ha cambiato la vostra strategia di comunicazione digitale, se l’ha cambiata?
Quando è scoppiata la pandemia ed è iniziato il lockdown a marzo del 2020 non avevamo ancora lo shop online, ed è stato grazie alla pagina Instagram e alle richieste dei nostri clienti che abbiamo organizzato le consegne a casa. A novembre 2020 è partito lo shop online e abbiamo potuto soddisfare più facilmente ogni richiesta. Abbiamo sempre avuto in programma di realizzare lo shop online, ma l’avvento della pandemia l’ha reso particolarmente necessario, avendo rinunciato per mesi al servizio al tavolo e dovendo soddisfare le richieste di viveva fuori comune o abbastanza lontano da non poter venire a comprare i prodotti. Grazie alle sponsorizzazioni e alle pubblicazioni su Instagram abbiamo ottenuto degli ottimi risultati.

Quali elementi avete voluto inserire nel sito e in generale nella comunicazione digitale per rispecchiare al meglio l’immagine del vostro locale?
Prima di tutto siamo una famiglia, e una delle cose che ci sta più a cuore è la nostra Storia. Sul sito questo è particolarmente evidenziato, e abbiamo cercato di fare lo stesso anche nella pagina Instagram, in cui abbiamo raccontato a “puntate” la nostra storia, partendo dal libro che racconta il nostro negozio e la nostra famiglia.

Chi segue la comunicazione digitale all’interno della pasticceria? Vi appoggiate a un’agenzia esterna del tutto o in parte?
Federica, la ragazza di mio figlio Anselmo, si occupa della nostra comunicazione. Segue principalmente la nostra pagina Instagram e la realizzazione di tutto ciò che viene pubblicato. Lei e mio figlio, insieme a un amico programmatore, si sono occupati della realizzazione dello shop online e lo seguono tuttora, aggiornandolo con i nuovi prodotti e seguendo le spedizioni dei pacchi e il rapporto con il cliente. Ci è sempre piaciuto fare le cose in famiglia.

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Arredamento Gelateria: i buoni propositi per il 2020

Tra una coppetta di gelato vegan e un cono al gusto unicorno siamo arrivati alla fine del 2019. Com’è andato in questi dodici mesi il settore del gelato artigianale in Italia?

Nel 2018 il settore aveva toccato quota 2,7 miliardi di euro. In un’indagine condotta tra gli iscritti al CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa) il comparto nel 2019 potrebbe fatturare fino a 3 miliardi complessivi.
A beneficiare di questo incremento sarà l’intera filiera agro-alimentare, dal latte allo zucchero fino alla frutta fresca grazie alla domanda di gusti sempre più ricercati e di qualità come pistacchio di Bronte e le nocciole di Piemonte, Lazio e Campania, le mandorle siciliane e i limoni delle Costiere sorrentina e amalfitana.

Secondo un’altra indagine del giugno 2019 della Camera di Commercio di Milano e Brianza ci sono in Italia 19.000 gelaterie. La città con più gelaterie è Roma, seguita da Napoli, Torino, Milano, Salerno, Bari, Palermo, Brescia, Venezia. Rapportando i dati delle gelaterie con il numero dei residenti si nota che c’è un maggiore consumo di gelato da parte dei turisti piuttosto che dai consumatori locali (tranne Torino e Brescia), con una domanda di consumo “emozionale”.
Per il gelato le tendenze di questo 2019 hanno posto particolare attenzione alla salute e al benessere, con provenienza delle materie prime e ricerca del gusto come principali leve del marketing.

Per ispirazioni su gusti e lavorazioni attendiamo i primi appuntamenti dell’anno nuovo con fiere ed eventi di settore, come il Sigep a Rimini dal 18 al 22 gennaio 2020.
Quali potrebbero essere invece i buoni propositi per l’anno nuovo per l’arredamento della tua gelateria?

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1) Dare maggiore risalto ai gusti

Il gelato è l’assoluto protagonista della tua attività.
Dietro l’esposizione del gusto in vetrina c’è tutta la cura nella scelta degli ingredienti, la lavorazione fatta di studi ed esperienza, la creatività di proporre abbinamenti nuovi e deliziosi.
Per questo i gusti della tua gelateria meritano il giusto risalto.

Per il 2020 potresti regalare ai tuoi gusti maggiore attenzione scegliendo vetrine che illuminano i tuoi prodotti, ne valorizzano l’importanza, ne vivacizzano il colore, ne esaltano il sapore. L’obiettivo è quello di metterli in risalto per trasmettere al cliente con un solo sguardo la voglia di toccarli, assaggiarli e gustarli intensamente. Il gelato è la tua opera d’arte, per questo deve essere esposto in una vetrina che si integri perfettamente con l’arredamento della gelateria per offrire ai clienti un percorso emozionale che li porterà a ordinare il loro cono o coppetta.

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2) Trovare o migliorare il proprio

Il 2020 per alcuni porterà all’apertura della loro prima gelateria artigianale. Per altri che lavorano già da anni nel settore potrebbe essere l’anno del rinnovamento per rilanciare la propria attività. In entrambi i casi, un buon proposito è quello di trovare per la propria gelateria uno stile e una personalità, per diventare memorabili e ricoscibili dai clienti e sul mercato.

Lo stile si declina sia nell’offerta dei gelati e dei prodotti sia nell’arredamento. Gli stili tra cui scegliere sono tanti: vintage, shabby, boho, moderno, industrial. La cosa importante è individuare uno stile che rappresenti il proprietario della gelateria e la sua attività, per poi personalizzarlo con la scelta di materiali, mobili e dettagli.
Trovare un proprio stile e rendere unica la propria gelateria permette di creare per il cliente quell’esperienza che dall’ingresso nel locale fino al consumo del gelato lo porterà a vivere dei
momenti memorabili. Questa soddisfazione lo porterà a tornare e a raccontare la sua esperienza a parenti e amici.

3) Farsi ispirare dai maestri

I Maestri gelatieri e pasticceri possono ispirare sia per la creatività dei loro gelati e dolci sia per l’approccio nello stile di arredamento dei propri locali.
Per l’anno nuovo quindi si potrebbe sbirciare nelle loro gelaterie e pasticcerie per trarne dei spunti.

Il Maestro Iginio Massari, per esempio, ha aperto nella primavera del 2018 la seconda sede della sua pasticceria, per la precisione a Milano nei locali di Banca Intesa San Paolo.
Nella pasticceria è stato creato un ambiente sofisticato e accogliente che esprime in chiave contemporanea i sapori e i colori della grande esperienza del Maestro.

L’obiettivo finale era quello di creare una galleria d’arte del gusto, in cui il gusto estetico ricercato richiamasse l’attenzione e la cura delle materie prime nella cucina di Massari: la scelta é quindi caduta su materiali preziosi e una vetrina espositiva innovativa e funzionale.

4) Dare più importanza ai dettagli

Quando si realizza un gelato artigianale, spesso è quella punta in più di ingrediente nella ricetta che lo rende delizioso e irresistibile. Un grammo di zucchero in più, un’aggiunta di latte
all’ultimo, una spolverata di una spezia. La magia arriva dai piccoli gesti.

Lo stesso vale nell’arredamento: sono i dettagli a fare la differenza. Quando si arreda una gelateria è fondamentale la scelta dell’illuminazione delle vetrine, le rifiniture dei mobili, gli
abbinamenti di colori, gli accessori. Sono i piccoli tocchi di stile a rendere l’arredamento e quindi la gelateria davvero unica e memorabile. Per questo per il 2020 ci si potrebbe impegnare per dare più importanza ai dettagli, con la stessa cura e diligenza con cui si scelgono le migliori materie
prime e ingredienti per realizzare i gusti dei propri gelati.

5) Non fare più compromessi tra funzionalità e design

Quando si sceglie l’arredamento per il proprio locale si crede di trovarsi davanti a un bivio: funzionalità o design?
Estetica e comodità sembrano due parametri opposti tra cui scegliere per individuare per la propria gelateria mobili, vetrine espositive e accessori d’arredo.

In realtà non occorre fare compromessi tra funzionalità e design, e questo dovrebbe essere uno dei moniti per il 2020.
Le vetrine FB Showcases riescono a conciliare un design esclusivo
con soluzioni tecnologiche d’avanguardia.
Classe ed eleganza si declinano nelle linee delle vetrine delle undici collezioni, che assicurano alte prestazioni ed efficienza per chi lavora in gelateria senza dover fare compromessi o rinunce.

Avete scelto i vostri buoni propositi per il 2020?
Noi vi auguriamo di realizzarli, per un felice anno nuovo.

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    Il gelato a Natale: i dolci natalizi rivisitati

    Natale significa regali, amore, famiglia e cibo. Tanto cibo, soprattutto  dolci. Dicembre è quel mese dell’anno in cui i peccati di gola pesano un po’ meno e cediamo volentieri a una fetta di pandoro in più o a un pezzettino extra di torrone.

    Per gli artigiani del dolce come pasticceri e gelatieri dicembre significa creazioni che uniscono  tradizione e sperimentazione.

    Il Maestro Iginio Massari per esempio ogni anno apporta modifiche al suo panettone soprattutto nelle parti aromatiche, quelle che danno più appetibilità e maggiore godibilità. Il maestro sostiene infatti che “La qualità del prodotto non è statica, perché le esigenze mutano sempre”.

    Un elemento che permette di rinnovare i dolci natalizi dando spazio alla creatività è il  gelato , che si candida come ingrediente ideale per arricchire le bontà natalizie.

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    Il gelato in inverno: buono anche a Natale

    Il gelato ormai non è più solo un amore estivo. Grazie all’utilizzo di ingredienti stagionali è possibile gustare un cono o una coppetta anche durante i mesi più freddi dell’anno.

    I gusti quindi si accordano con clima e temperature: ecco l’arancia con le noci, la castagna con l’alloro, lo zenzero e il cardamomo, il cachi e le pere, il marron glacé.
    Il gelato d’inverno cambia consistenza e diventa ancora più vellutato al palato mantenendo inalterate le proprietà nutrizionali.

    I Maestri gelatieri anche in inverno mostrano il loro estro creativo e la loro professionalità. Lo scorso anno durante il periodo natalizio il Maestro Paolo Brunelli nel suo temporary store ad Ancona ha proposto il gelato in tavoletta. Un cioccolato in formato pocket nei gusti più richiesti nella sua gelateria a Senigallia, dalla Crema Brunelli al Fondente fino al Portonovo e Cioccoriso.

    Ed è proprio a Natale che il gelato d’inverno vive il suo momento più magico. Scopriamo come il gelato può dare nuova vita e sapore ai classici dolci natalizi.

    Il panettone

    Il panettone è il dolce natalizio per eccellenza. È il calore del Natale, evoca la famiglia, gli amici, la convivialità. La sua ricetta più tradizionale prevede uva sultanina e canditi, ma non mancano le rivisitazioni e i gusti gourmet elaborati dai Maestri pasticceri nei loro laboratori.

    Come si trasforma il panettone quando incontra il gelato?
    Diverse sono le interpretazioni e ricette. Innanzitutto, il panettone farcito al gelato. In questa preparazione il panettone viene lasciato intero, scavato al suo interno in modo che possa accogliere il gelato. È possibile arricchire la presentazione con un rivestimento di glassa al cioccolato.

    C’è poi quello che viene definito panettone gelato: un panettone classico che diventa una brioche alla siciliana da farcire con gelato alla stracciatella o al cioccolato extra fondente.
    Proposte creative arrivano dai Maestri gelatieri italiani, che suggeriscono una versione del panettone con zenzero candito e marroni, ripieno con gelato al marron glacé e cioccolato fondente al 70%, oppure quello che viene chiamato il “Panettone con paesaggio”, con pezzetti di cioccolato al latte o fondente, glassato al cioccolato, incoronato con un paesaggio natalizio.

    Il pandoro

    Il pandoro è considerato l’antagonista del panettone nella sfida natalizia del dolce più buono, creando dei veri e propri schieramenti a tavola e in famiglia.
    Nella sua versione classica il pandoro è un dolce particolarmente soffice realizzato con farina, uova, burro, vaniglia e ricoperto a piacere con un leggero strato di zucchero a velo.

    L’incontro tra gelato e pandoro permette di far emergere la versatilità del dolce veronese.
    Nella torta pandoro il dolce viene scomposto in strati orizzontali che creano una torta alta a forma di stella. Il gelato viene utilizzato per farcire questa torta, scegliendo tra i gusti più cremosi come cioccolato, stracciatella e vaniglia.
    Pandoro e gelato possono anche dar vita a una versione natalizia di zuccotto. Il pandoro viene scomposto e diventa il “guscio” del zuccotto, che viene poi riempito con un semifreddo e poi lasciato raffreddare in freezer per qualche ora.
    Infine, abbiamo il gusto al Pandoro.
    Un gelato dal sapore semplice fatto con panna, latte, zucchero, vaniglia, miele di acacia, scorze di limone per un aroma inconfondibile. Il tocco della tradizione dato dal lievitato veronese richiama quella sensazione unica della fetta di dolce, inebriato dal profumo dello zucchero a velo.

    Il torrone

    Il torrone di mandorle è uno dei dolci tipici del periodo natalizio. La sua ricetta tradizionale prevede albume d’uovo, miele e zucchero ed è farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole tostate. Spesso ricoperto da due strati d’ostia, può essere duro, morbido, al cioccolato,alle mandorle, nocciole o frutta candita.

    Dall’unione tra questa specialità e il gelato nasce il gusto al torrone. Un cremoso dessert al cucchiaio originale e goloso, perfetto per la tavola del Natale.
    In alternativa il torrone può prestarsi ad altre interpretazioni diventando un goloso semifreddo.

    Il tronchetto di Natale

    Il tronchetto di Natale o buche de Noël è un dolce della tradizione francese.
    Nella sua versione classica è composto da una base di biscotto savoiardo farcito e arrotolato che ricorda il ceppo di un albero grazie alla forma e decorazione.
    La realizzazione di questo dessert si riferisce all’antica tradizione dei paesi europei del Ceppo di Natale ossia alla consuetudine di bruciare un tronco di legno, partendo dalla notte di Natale fino al nuovo anno, in segno di buon auspicio.

    Il gelato si presta per essere una golosa farcitura per il tronchetto natalizio.
    Numerose sono le varianti e le possibilità di scelta.
    Dal ripieno con cioccolato fondente al gelato alla frutta, dalle versioni dalla consistenza più morbida ai semifreddi, dalle decorazioni classiche natalizie con agrifogli di pasta di mandorle e funghetti di meringa alle versioni più moderne e strutturate decorate con macarons.
    Degni di nota sono i tronchetti di Natale del maestro francese Pierre Hermé. Veri e propri capolavori di gusto, dalla forma elegante e dalle decorazioni essenziali.
    Il maestro francese propone diversi gusti e abbinamenti, da quello con rosa, lampone e litchi a quello con cioccolato al latte, frutto della passione e ananas tostato fino a quello al limone con praline di nocciola.

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      L'evoluzione del gelato: da cono da passeggio a opera d'arte

      Nella sua lunga storia il gelato si è evoluto nelle forme e nei sapori. Da semplice cono con due gusti fino a dessert stellato come piccola golosa scultura d’arte.

      I consumatori sono rimasti fedeli al gelato al di là delle epoche, delle mode e dei gusti. Ed è stata proprio questa dolce passione a spingere i maestri gelatieri e pasticceri con il loro talento a sperimentare nuove combinazioni di sapori.

      Il gelato artigianale da semplice dolce da consumare nella
      gelateria di fiducia nei momenti di convivialità è diventato una specialità gastronomica a tutti gli effetti, guadagnando un ruolo da protagonista nel panorama mangereccio italiano tra
      fiere di settore e guide specializzate.

      Come si è arrivati dal cono o coppetta con cioccolato e fiordilatte a capolavori come il Gelato con Meringa del maestro Iginio Massari?
      Ripercorriamo insieme le tappe principali di questa golosa evoluzione.

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      In principio c’era il cono

      Siamo alla fine dell’Ottocento. Per le strade di paesi e città degli uomini vestiti di bianco spingono dei strani carretti al suono di uno scampanellio, mentre urlano: “Gelati! Chi vuole dei gelati?”. È l’inizio del gelato come alimento da passeggio

      Con una selezione di gusti tra cui scegliere dai pozzetti presenti sul carretto, grandi e piccoli gustano questo dolce che si presenta con una o due palline di gelato posizionate su un cono o una coppetta di cialda. 

      Con il passare degli anni iniziano a comparire le prime gelaterie in Italia e le tecniche per servire il gelato si affinano sempre più. Per coni e cestini viene utilizzata la spatola mentre le palline di gelato diventano protagoniste di golose coppette con decorazioni come la banana split o esotiche composizioni con frutta.

      Da dessert a portata principale

      Nella sua evoluzione, il gelato inizia a incontrare altri sapori. Inizialmente, si avvicina ai suoi simili, dando nuove sfumature di gusto ai dolci. Si va dai classici cornetti e brioche farciti con gelato alle famose torte gelato fino al cupcake rivisitato con l’aggiunta di gelato cremoso che lo sormonta o lo riempie. 

      In seguito il gelato si unisce anche ai sapori salati facendo la sua comparsa nei piatti dei ristoranti. Le parole d’ordine sono contaminazione e innovazione: diverse consistenze si intrecciano per creare insoliti abbinamenti di sapori pensati per stupire il palato. Ed ecco allora che abbiamo per esempio la pasta fritta con gelato al parmigiano, hamburger di asina con formaggio, maionese d’acciuga e sorbetto di senape, cous cous di pesce e sorbetto al pomodoro e basilico. 

      In Italia il gelato ha visto il suo trionfo rispetto alle altre portate, passando da coprotagonista ad assoluto protagonista sulla tavola. Si trova a Roma infatti il ristorante in cui tutti i piatti del menù sono a base di gelato, dall’antipasto al dessert. Tra piatti di verdure, piatti di carne e piatti di pesce il gelato passa da elemento decorativo a ingrediente principale, dettando le regole per abbinamenti e composizioni.

      Il gelato come opera d’arte: il lavoro dei pastry chef

      Il gelato vive la sua espressione più alta grazie alla preziosa opera dei maestri pasticceri e gelatieri. Dolci che sembrano quadri, composizioni che ricordano delle sculture. Le creazioni dei pastry chef danno vita a delle vere e proprie dolci opere d’arte. 

      Il gelato è diventato col tempo un elemento sempre più preminente nella pasticceria sia per sfruttare la sua versatilità sia per destagionalizzare un prodotto che ancora molti consumano solo in estate. I maestri pasticceri hanno colto al volo questa opportunità per esprimere il proprio talento in maniera creativa, concentrandosi non solo sui sapori ma anche sul design e struttura del dolce. 

      Gli esempi sono numerosi, per la gioia di vista e palato. Primo fra tutti, il maestro Iginio Massari. Molte delle sue creazioni come la millefoglie al pistacchio o il gelato di meringa sono un perfetto bilanciamento tra forme e consistenze per una vera e propria esperienza di gusto. Per Alberto Marchetti la chiave vincente è stata la combinazione tra qualità delle materie prime e innovazione. Starbucks, la famosa catena internazionale di caffetterie ha scelto lui per creare il gelato all’azoto da servire nel punto vendita di Milano. L’azoto consente di servire un gelato preparato al momento, che Marchetti ha declinato in tre gusti: un fiordilatte, un sorbetto al caffè preparato con un cold brew e un gelato al caffè ottenuto da una crema classica con uova e latte in cui è stato infuso il caffè. 

      Paolo Brunelli è gelatiere, cioccolatiere, ma più di tutto artista del dolce. Le sue creazioni rappresentano l’avanguardia del gelato e la contaminazione creativa tra cucina, pasticceria, enologia e gelato. Oltre a una profonda ricerca sui sapori e sulle materie prime, le creazioni del maestro Brunelli sono dei piccoli capolavori di dolcezza. Un esempio? Il “Panino Dolce”, un panino all’orzo a lievitazione naturale che può essere farcito con gusti a piacere.

      Quale sarà la prossima evoluzione del gelato?

      Il gelato nella sua storia ha vissuto continue evoluzioni. Da alimento da passeggio è arrivato a conquistare cucine e piatti anche di alto livello.

      Quali saranno le sue prossime evoluzioni?

      La sfida di pastry chef e maestri gelatieri è di continuare a innovarsi proponendo nuove combinazioni o rivisitando ricette tradizionali per stupire sempre di più i clienti.

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        Tra conferme e novità, le tendenze gelato per l'inverno 2019

        Il gelato è sempre più un dolce per tutte le stagioni

        Il classico binomio gelato – estate cede il passo alla destagionalizzazione e anche con il freddo si ama gustare un buon gelato artigianale. 

        Mangiare un gelato durante i mesi invernali non è solo una coccola per le nostre papille gustative ma fa anche bene alla salute di corpo e mente. 

        Infatti il gelato ci rende felici perché stimola la produzione di serotonina, “l’ormone della felicità”, ed è inoltre una fonte di energia con molti nutrienti utili soprattutto durante l’inverno, periodo in cui le difese immunitarie sono messe a dura prova.

        Per una gelateria artigianale variare l’assortimento dei gusti in base alla stagionalità è fondamentale non solo per proporre ai clienti gusti nuovi ma soprattutto per testimoniare la freschezza e qualità degli ingredienti.

        Proporre ai clienti nella propria vetrina espositiva un’offerta di gusti che varia tra estate e inverno è segno di creatività e genuinità.

        Per chi è in cerca di ispirazione per aggiornare i gusti da proporre nella propria gelateria scopriamo tra novità e conferme alcune delle tendenze gelato per questo inverno.

        I trend che si confermano: i gelati “senza”, prodotti di stagione

        Iniziamo dai trend che si confermano anche per questo inverno. 

        Alcuni sono strettamente legati alla stagionalità mentre altri si stanno affermando già da qualche anno e sembrano non conoscere arresto. 

        In inverno il gelato artigianale reinterpreta alcuni dei sapori tipici di questa stagione, per proporre un prodotto sempre genuino. 

        Nascono così abbinamenti che si accordano con clima e temperature: arancia con le noci, castagna con alloro, zenzero e cardamomo, pera e cannella, marron glacé.

        Con l’arrivo dell’inverno inoltre si prediligono i gusti più cremosi con un “ritorno” ai grandi classici come il cioccolato, magari in versione extra fondente o abbinato a scorze di arancia, frutta secca, castagne, spezie, cachi e pere. 

        Si conferma anche il trend relativo al km 0, quindi alla provenienza delle materie prime utilizzate per il gelato artigianale. Continua infatti a diffondersi la consapevolezza per molti consumatori che l’utilizzo delle materie prime locali equivalga a una maggiore qualità. 

        Alcuni esempi in Italia sono il gusto al Prosecco o alla fregolotta in Veneto, il gusto al mirto in Sardegna, i gelati al Vin Santo in Toscana e quelli con le noci e i fichi del Cilento in Campania. 

        Un altro trend sempre più in crescita è quello del gelato “senza”: gluten free, vegan e senza lattosio. 

        Gusti che ormai in Italia non rappresentano più una nicchia ma una realtà consolidata per soddisfare i clienti che richiedono per intolleranze o questioni etiche gelati realizzati con ingredienti vegetali o con preparazioni alternative.

        L'arte di impiattare i dessert con la cheffa Maria Vittoria Griffoni

        Frutta e ortaggi, insieme per un gelato salutare

        Un gelato che unisce frutta e ortaggi. È questa una delle nuove tendenze, a metà strada tra innovazione e benessere. 

        Gusti inediti e ricchi di carattere, che rispettano la salute e la forma fisica, due elementi fondamentali che soddisfano le esigenze di un consumatore sempre più attento a ciò che sceglie di mangiare.

        Gli ingredienti principali sono frutta come mango, papaia, ananas, che incontrano ortaggi come carote, sedano, limone. Anche le spezie nostrane hanno un ruolo importante per creare un mix salutare ma allo stesso tempo davvero molto gustoso. 

        Insieme agli ortaggi, i fiori si propongono in abbinamento ai classici gusti alla frutta per dar vita a mix nuovi e saporiti.  

        Nascono così i gelati (e sorbetti) limone e carota, fiori di camomilla, violetta, lavanda, pomodoro basilico e fragola, zucca.

        Erbe aromatiche e oli essenziali: il gelato diventa aromatico

        Un’altra forte tendenza di quest’anno sono i gusti realizzati con erbe aromatiche – fresche o in infusi – spezie e oli essenziali per caricare di sentori, retrogusti e persistenza aromatica un alimento che per la sua temperatura raramente regala odori intensi.

        L’obiettivo è sperimentare per stupire sempre di più i clienti. Ecco che allora un semplice gusto al caffè si trasforma con l’aggiunta di un olio essenziale al limone, un mix di frutta tropicale si arricchisce di nuove sfumature con vaniglia, succo di zenzero e pepe di Timut e il fondente si fa più suadente attraverso l’incontro con miele al tartufo e zeste di limone. Di qualunque gusto si tratti la grande costante è la cura nella ricerca della materia prima e la volontà di prediligere prodotti locali.

        La mixology incontra il gelato

        Dai trend di questo 2019 emerge la voglia di contaminazione tra il mondo del gelato e quello di elementi del food&beverage, tra cui troviamo anche l’alcool e i cocktail. 

        La mixology, che sta vivendo il suo momento di gloria, espande la sua influenza ed entra anche nell’universo del gelato.

        Molto interessante, soprattutto a fine pasto, un sorbetto a base di distillato come a esempio al gin tonic oppure l’inserimento del gin in un gusto a base di lampone e rosmarino. Altra tendenza in ascesa è l’ice cream pairing, ovvero ordinare gelati gastronomici da gustare durante l’happy hour e da abbinare al drink preferito come per esempio uno spritzbeer a base di birra acida, che crea con il retrogusto sapido del gelato un contrasto interessante. 

        Non mancano le rivisitazioni in chiave gelato di alcuni drink classici come Americano e Negroni o anche come il Milano-Torino.

        Tra le tendenze gelato vince la creatività

        Dato il considerevole consumo di gelato anche in inverno è importante conoscere quali sono le tendenze del mercato, per ispirarsi e avere delle linee guida da seguire nel creare i gusti per la propria gelateria artigianale. Al di là delle mode il fattore premiante è come sempre la creatività e la sperimentazioneSoprattutto durante i mesi dell’anno più freddi, quando il gelato viene vissuto come un momento per coccolarsi, studiare e provare nuovi abbinamenti di gusto permette a ogni gelateria di distinguersi rispetto alla concorrenza per guadagnare un posto speciale nel cuore dei consumatori.

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          Il gelato: un momento da condividere con gusto

          L’estate sta finendo, ma c’è un piacere di cui possiamo ancora godere appieno: gustare un buon gelato in compagnia.

          Da sempre tra i momenti di convivialità quello del gelato è il più dolce. Nella domanda – “Prendiamo un gelato?” – c’è la richiesta di passare del tempo insieme con leggerezza e spensieratezza.

          Consumare un gelato con qualcuno è più intimo che bere un caffè: la scelta dei gusti ci aiuta a capire la personalità di chi abbiamo di fronte e a conoscerla meglio.
          Ognuno di noi ha un ricordo felice vissuto davanti a un cono o una coppetta: un momento della propria infanzia in compagnia dei nonni, un primo appuntamento, un incontro con l’amico del cuore per confessare segreti e sogni.
          Secondo l’indagine “Il ruolo del gelato nel vissuto degli italiani” condotta a inizio 2019 dall’Ufficio Studi Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – il 94,2% degli italiani consuma abitualmente gelato artigianale.

          Ma quali sono i luoghi preferiti per gustare un gelato assieme agli amici, alla famiglia o alla persona amata?

          Per gli amanti del gelato artigianale : la gelateria indipendente

          La piccola gelateria artigianale è il luogo di consumo di gelato preferito dagli italiani, con il 95,4%.
          Dietro ogni gelateria indipendente c’è una filosofia, una storia che culmina nella dolcezza e cremosità dei gusti offerti.

          Ognuno di questi luoghi infatti è un unicum, sia in termini di arredamento e stile del locale sia per la varietà dei gusti. Dallo stile liberty a quello moderno, dall’arredamento classico a quello di design. Dal gusto allo strudel o alle mele della Val Venosta in Alto Adige a quello con le ciliegie di Vignola in Emilia Romagna, dal gusto alle Pettole o ai Fichi d’India in Puglia ai sorbetti al gelso dell’Etna o al carciofo di Cerda in Sicilia.
          Si va in una gelateria artigianale quando si passeggia con gli amici in una sera d’estate. Tra un selfie, una risata e una chiacchiera l’ideale è mangiare un gelato assieme per rinfrescarsi.
          Oppure quando si vuole provare in compagnia quella nuova gelateria artigianale di cui si sente tanto parlare in giro.

          Cosa porta gli italiani a preferire questo tipo di gelaterie?
          Il consumatore oggi è sempre più attento all’origine degli ingredienti e alla loro qualità. Inoltre per il 42,6% degli intervistati la presenza di un laboratorio di produzione influenza la scelta della gelateria.
          Anche la vista gioca un ruolo determinante nella scelta: il 75,9% degli italiani preferisce le vaschette di gelato artigianale a vista mentre solo il 19,2% del campione predilige invece vaschette a pozzetto con coperchio.

          Gelato artigianale

          Per chi unisce l’utile al dilettevole: il Bar Gelateria

          Il 66,6% degli amanti del gelato preferisce i bar gelateria per gustarsi un cono o una coppetta.
          In un bar gelateria al tintinnio delle tazzine si alterna il suono croccante di un morso a una cialda. Questo tipo di locale offre servizi di caffetteria insieme a una varietà di gusti di gelato, anche se non tutti hanno al loro interno dei laboratori di produzione.

          Si preferisce il bar gelateria quando sotto l’ufficio o vicino casa il momento per un caffè si intreccia e scambia con quello per un gelato.
          La pausa caffè a lavoro diventa più dolce insieme ai colleghi o un caffè al volo con un’amica si trasforma in una chiacchera al gusto di stracciatella.

          Per il 34,8% degli italiani la localizzazione della gelateria è infatti uno dei fattori discriminanti nella scelta di un locale rispetto a un altro, con l’11,4% che preferisce quello nelle vicinanze di casa o ufficio.

          Per i più golosi : la pasticceria gelateria

          Secondo i dati Fipe il 73,7% degli italiani gusta il suo gelato in una pasticceria gelateria.
          Nella pasticceria gelateria la dolcezza è in bella vista.
          Le luci della vetrina per dolci esaltano i golosi colori di macarons e paste accanto alla vetrina gelato con i morbidi gusti o vicino ai pozzetti.

          Le pasticcerie gelaterie danno al consumatore una garanzia in termini di artigianalità e qualità delle materie prime.
          Chi sceglie questo tipo di gelateria infatti è molto attento alla genuinità degli ingredienti e apprezza per esempio il Pistacchio lavico di Bronte, la Nocciola tonda gentile delle Langhe o il latte fresco intero pastorizzato dell’Alto Adige.

          Ci si reca in queste gelaterie quando si vuole mangiare un dolce in compagnia e si vuole scegliere a quale peccato di gola cedere, se a una coppetta al cioccolato e fragola o a una pasta ripiena alla crema.
          La gelateria pasticceria è meta ideale anche per chi, come il 77,4% degli italiani, considera il gelato “dessert ideale da offrire quando si hanno degli ospiti”.

          Per chi non ama cambiare: le catene di gelaterie

          Secondo i dati Fipe il 25% dei consumatori sceglie le gelaterie di una catena. Queste gelaterie hanno un arredamento standard in ogni store e una offerta omogenea di gusti.

          Che tipo di gelato troviamo in questi punti vendita?
          Un prodotto che viene preparato in anticipo e poi mantencato in loco con latte, granella di cioccolato, biscotti, torrone a seconda dei gusti oppure consegnato direttamente per la vendita al pubblico.

          Si sceglie la gelateria di una catena quando la domenica pomeriggio durante una passeggiata con la famiglia in un centro commerciale arriva la voglia di una pausa dolce.
          Oppure quando in vacanza all’estero con gli amici si ha il desiderio di un gelato e ci si vuole affidare a un marchio italiano noto.

          Queste gelaterie sono preferite da un pubblico che trova nella replica fedele e invariata di un’immagine e di un gusto una conferma e una sicurezza psicologica. In questo modo si perde però la possibilità di scoprire una gelateria indipendente con uno stile particolare e che offra gusti innovativi.

          I gusti dell'estate 2017

          La gelateria: una scelta di cuore e di pancia

          Mangiare un gelato rappresenta un momento di condivisione e convivialità vissuto con i propri affetti.
          Questo ci fa capire quanto sia importante curare ogni aspetto del locale, dalla genuinità degli ingredienti alla varietà dei gusti, dall’arredamento all’atmosfera che si respira nel punto vendita.
          Infatti quando gli italiani trovano la loro gelateria del cuore le restano fedeli: il 62,9% degli intervistati dal Fipe dichiara di avere una propria gelateria di fiducia.
          L’obiettivo finale è allora chiaro: regalare al cliente un’esperienza di gusto memorabile e garantire un suo dolce ritorno.

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            Il gelato secondo Giuffrè

            Non solo gelato ma tradizione, innovazione e tante emozioni che si possono nascondere dietro la lavorazione di un prodotto simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana ben rappresentata, anche, da professionisti in grado di unire esperienza, familiarità e artigianalità creando il mix perfetto come ci spiega Alessandro Giuffrè, romano dalle origini siciliane, titolare dell’omonimo marchio presente a Roma.
            Alessandro Giuffrè dell’arte di saper fare il gelato ha fatto uno stile di vita fatto di elementi semplici ma, allo stesso tempo, ricercati per creare quell’atmosfera particolare che ha voluto riportare anche nel suo negozio.
            Guardare al territorio italiano esaltando i sapori di un paese ricco e variegato proprio come i gusti del gelato che i clienti possono trovare in gelateria. Questo, ci dice Alessandro, è il suo obiettivo e allora, insieme a lui, cerchiamo di capire meglio il lavoro che si sviluppa dietro la progettazione dell’attività e di un negozio recentemente rinnovato nel quale nulla è stato lasciato al caso.

            L’esperienza che si vive assaporando un gelato artigianale di ottima qualità inizia nel momento in cui si entra in gelateria.
            Quanto è importante progettare lo spazio ideale e che caratteristiche dovrebbe avere quest’ultimo?

            Oggi le gelaterie hanno bisogno di ambienti ampi capaci di far vivere al cliente un’esperienza particolare che non sia solo legata al gusto ma anche visiva per esempio. Un’esperienza sensoriale completa a 360 gradi.
            Per questo l’arredamento scelto è minimale, pulito, ordinato.
            Protagonista deve essere e restare la materia prima che viene valorizzata restando al centro dell’attenzione.
            Gli spazi devono essere accoglienti arredati con elementi costruiti con materiali naturali volendo riportare, ancora una volta, al cliente la sensazione di attenzione, cura e artigianalità che sono, senza dubbio, elementi presenti anche nella preparazione del prodotto proposto.
            Essere affiancati, poi, dal gruppo Clabo con la sua esperienza e professionalità è stato importante e fondamentale per ottenere il risultato a cui aspiravamo.

            Tecnologia e artigianalità un connubio lontano solo in apparenza.
            Cosa unisce le migliori strutture di arredo e mantenimento del prodotto con la tecnica di lavorazione manuale tipica di questa attività?

            I maestri gelatai ci insegnano l’importanza dei valori.
            Prodotti a filiera corta e ricerca delle migliori materie prime, ad esempio, non devono e non possono andare in contrasto con le più moderne tecniche di lavorazione finale che sono necessarie per avere un prodotto ancora più gustoso e di altissima qualità.
            Nel nostro caso la tecnologia aiuta diventando alleata indispensabile.
            Ad esempio la tecnica di raffreddamento innovativa che caratterizza le vetrine oppure i pozzetti ci permettono di mantenere inalterate tutte le caratteristiche del gelato garantendo la massima soddisfazione dei nostri clienti.

            Progettazione su misura. Come è stato organizzato il lavoro preparatorio dalla fase di ordine sino all’allestimento finale?
            L’idea arriva dall’esperienza, personale e di vita, seguita dalle emozioni che si vogliono condividere con i clienti.
            Poter collaborare con professionisti qualificati, preparati e specializzati è il segreto.
            Nel nostro caso l’azienda Clabo è stata preziosa aiutandoci nella selezione delle migliori soluzioni dal punto di vista strutturale coordinandosi in modo ottimale, in fase di progettazione, con la presenza di un architetto.

            Quale sensazione o messaggio si è voluto trasmettere pensando al cliente finale?
            La familiarità. Quel senso di accoglienza che si ritrova quando si hanno accanto le persone con le quali si ha il piacere di condividere i momenti migliori.
            Questo per noi è importante. Sapere che, nella nostra gelateria, si potranno avere momenti di serenità e armonia. Ovviamente gustosi.

            Non più semplice gelato ma, oggi, molto di più per andare incontro alle esigenze attente e ricercate dei clienti. Quali le principali tendenze per il settore?
            Le tendenze si diversificano in riferimento, anche, al nostro territorio e al nostro paese che della varietà ha fatto la sua caratteristica principale.
            Pensando a Roma la tendenza è quella di ricercare una figura artigianale rivista in chiave moderna ed è per questo che dobbiamo essere in grado di garantire un prodotto attento nella selezione e nell’etichetta, una ricettazione che parli di ingredienti a filiera corta, un ambiente confortevole, una comunicazione adeguata.
            Il valore della semplicità diventa essenziale per vivere un’esperienza unica.
            Nel nostro caso la presenza anche di un’ottima pasticceria solitamente più abbinata alla caffetteria. Una scelta diversa e particolare ma altrettanto ricercata che vogliamo offrire ai nostri clienti.
            Prodotti secchi ma anche freschi per vivere un momento che possa essere speciale e unico veramente.

            Un mondo, quello del gelato, che può riservare davvero grandi sorprese. Sorprese fatte di ingredienti di natura differente ma sapientemente abbinati, dosati e calibrati per creare la ricetta che tutti vorrebbero avere ma solo in pochi possano custodire.

            ROSSANA CAVALLARI

            Giornalista e storyteller in equilibrio costante tra analogico e digitale vivo tra quaderni, penne colorate e pc unendo il filo rosso delle parole che cerco per raccontare ciò che vedo e osservo.

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              Gelato: tendenze estate 2018

              Il solstizio dello scorso 21 giugno ha dato il via libera ufficiale all’estate 2018. Estate che, tuttavia, dal punto di vista meteo non si è ancora fatta vedere appieno. È chiaro che, però, la stagione del gelato, quella più intensa, quella più vera, quella più bella è già cominciata.

              Una passeggiata al mare, un’uscita nelle località più affascinanti turisticamente parlando, un giro sui viali dei nostri paesi italiani e, quasi immancabilmente, il gelato: l’estate italiana è anche questo. Per i giovani che sperano di trovare il loro primo amore, per i genitori che accompagnano i propri figli e per i più saggi che trovano ristoro alle notti d’estate.

              vetrina-lumina

              Ci eravamo lasciati con le tendenze dell’inverno, ci ritroviamo con i gusti dell’estate. Molti di questi, peraltro, già presentati durante l’evento della Guida Gelaterie d’Italia 2018 del Gambero Rosso, realizzata con Orion, e tenutosi al Sigep di Rimini. Signori, c’è un colore predominante: il verde.

              Verde non solo perché colore caratterizzante della natura, della campagna e della qualità degli ingredienti a km 0, ma anche perché cromaticamente effetto dei gusti più assaggiati.

              Qualche precisazione è d’obbligo per evitare di ripetersi nel corso del post.

              Primo: le stravaganze sono all’ordine del giorno. La globalizzazione ha aperto anche alla diffusione di ingredienti e prodotti non esattamente classici. Su tutti: dagli Usa arriva il gusto maiale, dall’Italia fave e pecorino.

              Secondo: registrare il marchio sta diventando uso e costume per evitare la duplicazione e l’imitazione di gusti più innovativi. Rosemary Baby, gusto lampone e rosmarino, e Venere Nera, alla mora aromatizzato alla lavanda,sono gli esempi più lampanti.

              Terzo e ultimo: la tendenza più forte. Un gelato vegan, salutare, sostenibile, con erbe aromatiche, spezie e oli essenziali: la linea è ormai tracciata. Zenzero, cannella, ingredienti vegetali per sostituire in toto quelli animali, sciroppo all’olio essenziale di rose: saranno in grado di scalzare nocciola e cioccolato?

              tendenze estate 2018

              Sta diventando un classico

              Ormai sta diventando un classico. O già lo è diventato. Il pistacchio è uno dei gusti più richiesti nel 2018. È tra i gusti più scelti, è entrato di diritto nella tradizione artigianale gelatiera, è una ricetta semplice, fa bene per una serie di motivi.

              Dove sta la novità? Negli abbinamenti: dagli Usa ce lo suggeriscono con il lime, dal Sudamerica con la ricotta, dall’Europa lo uniscono alla frutta e all’arancia, in Italia lo legano sempre più ai vini come nel caso del passito. A proposito di arancia, una piccola divagazione sul tema pistacchio: occhio al kumquat, detto anche comunemente mandarino cinese.

              Ma il verde non è solo pistacchio: lo ritroviamo anche nella menta abbinata al finocchietto selvatico, nella mela verde con olio essenziale di cannella (sempre in arrivo dall’America) e, se vogliamo, all’olio di oliva che si abbina perfino al basilico, meglio se rosso.

              L’alcol si sposa con il gelato

              Finora eravamo abituati a vederlo in abbinamento: un drink o un cocktail assieme al gelato per un aperitivo. Oggi lo ritroviamo anche come ingrediente: birra e vermouth e zenzero i più indicati, ma anche whisky Lagavulin e Chardonnay mele e pistacchio. Occhio però alle tecniche di produzione: l’alcol complica la mantecatura del gelato, è necessario diminuire lo zucchero.

              In sostanza meno zucchero e più brio.

              Il super food colpisce anche “gelato” 

              Dall’Accademia dei Maestri Gelatieri arriva la soluzione che unisce gusto e saluto: moringa, come l’omonima pianta che cresce in India ai piedi dell’Himalaya, un super food apprezzato per le sue virtù benefiche con 9 amminoacidi essenziali, 27 vitamine, 46 antiossidanti diversi e molti sali minerali.

              Nuove tecniche per la sostenibilità: arriva l’azoto

              C’è una nuova tecnica che punta ad affermarsi: è quella all’azoto: crema a base del gusto desiderato avvolta in una nuvola d’azoto. Si riduce il consumo di energia elettrica e si elimina completamente quello di acqua. Obiettivo: creare un prodotto di qualità, facilmente personalizzabile, e risparmiare.

              Con l’halo-halo si sfonda sui social e nel gusto

              È sicuramente il re dei social, il più fotografato, il più instagrammabile, forse è anche uno dei più strani: è l’halo-halo, arriva dalla tradizione del dessert delle Filippine.

              Non è un gelato classico a base di panna, latte, zucchero e frutti. Fagioli rossi e bianchi, latte condensato, mescolati a vari frutti a seconda del gusto e delle ricette (anche online se ne trovano centinaia), cocco necessario, a volte le patate viola (aiutano a dare quel colore così violaceo, dalla sfumatura perfetta, per il gradimento dei fan sui social). Halo-Halo significa mix-mix. Ovvero miscelare il tutto a beneficio di un like.

              Aspettando Godot
              Beckett ci ha costruito una delle più famose opere teatrali di metà Novecento. Il signor Godot si faceva aspettare, di lui non si sa quasi nulla, si sa solo che “oggi non verrà, verrà domani”. Il gelato nero sta alla gastronomia come Godot sta al teatro: sarà l’anno buono per la sua definitiva affermazione? Tratto dalla cenere ottenuta dalla noce di cocco e dalla conseguente estrazione del carbone attivo, si parla ormai da qualche anno del gelato nero. In un mondo, però, ancora legato alle emozioni, ancora legato ai colori.

              Qualità, formazione e innovazione sono ancora le parole chiave per il gelato dell’estate 2018. Ricercatezza, varietà, territorialità e prossimità: tante strade differenti per arricchire la tua gioielleria Fb.

              ANTONELLO MINOIA

              Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                Intervista a Gianfranco Buccafurni

                Esperienza e tradizione messe a servizio della ricerca e dell’innovazione per dare vita a quello che è un prodotto unico. Il gelatiere Gianfranco Buccafurni, che ha scelto la tecnologia per il suo locale, ci racconta come tutto è cominciato e come nasce “il Regno del Gelato”, rinomata gelateria Calabrese.

                Buccafurni vetrina

                La sua è una mano esperta e sapiente, può raccontarci brevemente da dove parte la sua storia?

                La nostra storia nasce nel lontano 1937 quando nonno Giovan Battista, all’interno del suo mulino ad acqua produceva farine ed amidi per le rinomate pasticcerie calabresi e siciliane. Da qui l’idea, dopo alcuni anni, di aprire la prima gelateria di famiglia, gestita per moltissimo tempo dalla mia 90 enne ed operativa mamma. Quindi come potete immaginare la mia storia parte da dietro al bancone, tantissimi anni fa.

                È stato premiato come “Esperto e garante delle tradizioni e del gelato artigianale nel mondo” al SIGEP di Rimini 2018: quanto sono importanti per lei questi riconoscimenti?

                Sicuramente i riconoscimenti ti stuzzicano a fare meglio e a confrontarti con altre persone, altri metodi altre realtà. Al riconoscimento, però, deve corrispondere la realtà: il giusto riscontro verso chi entra in un luogo onorato da illustri riconoscimenti e si aspetta di trovare quello che non trova altrove, ovvero professionalità, competenza ed esagerata qualità degli ingredienti.

                Buccafurni vetrina e staff

                Come vede il gelato Italiano nel mondo, quale ruolo può ricoprire?

                Il gelato italiano con la giusta denominazione e la corretta impostazione può ed in molti casi è già l’ambasciatore del made in Italy nel mondo.

                Esperienza e tradizione, con un uno sguardo verso la ricerca costante e l’innovazione: sono questi i princìpi guida di FB Showcases, da lei scelta per il suo nuovo locale. Quale ruolo hanno tecnologia ed innovazione in una gelateria tradizionale?

                La tecnologia e l’innovazione camminano di pari passo con le nuove frontiere del gelato che, fortunatamente, può ritornare ad antichi sapori anche grazie all’uso delle tecnologie moderne.

                La “Cremosità” è la peculiarità principale del suo gelato: quali sono i segreti per produrre un gelato cremoso?

                Negli anni la continua ricerca e l’esplorazione continua di ingredienti nobili – come la panna, il tuorlo di uova fresche, il latte della Sila appena munto crudo e naturalmente certificato e l’olio d’oliva – ci hanno permesso di raggiungere un elevatissimo grado di cremosità del nostro gelato, duraturo nel tempo.

                Nel termine “artigianale” è nascosta la parola “arte”: l’arte è la capacità di esprimere qualcosa attraverso un’opera. In cosa consiste secondo lei l’arte del gelato artigianale?

                L’artigiano non è un miscelatore di ingredienti preconfezionati e pre-pesati. L’artigiano è colui che crea la ricetta, l’elaborato, il nuovo gusto e il nuovo ingrediente. Tutto questo per creare la ricetta unica, inimitabile e originale.

                Un prodotto di qualità ha bisogno di essere esaltato, conservato ed esposto nel modo giusto. Può dirci le ragioni che l’hanno spinta a scegliere, per il suo nuovo locale, i prodotti FB Showcases?

                Le caldissime estati calabresi mettono a dura prova un prodotto cremosissimo come il nostro, che ha bisogno di freddo costante e forte. In questo senso le vetrine Fb Showcases garantiscono una temperatura ottima che non ti abbandona durante il lavoro, oltre che un’esposizione impetuosa alle nostre creazioni.

                La vetrina “Virna” da lei scelta garantisce eleganza senza eccessi e stravaganze: trova che sia in linea con il gusto del suo gelato?

                La vetrina “Virna” è stata scelta da me proprio per le sue caratteristiche di eleganza, raffinatezza e visibilità del prodotto, ma soprattutto per la sua tecnologia e potenza di freddo che non ti abbandona mai.

                Scegliere la vetrina migliore è un aspetto fondamentale per un gelatiere. Quali sono i fattori che hanno inciso nella sua scelta?

                Tutti i gelatieri vogliono una vetrina migliore che esalti e conservi il proprio elaborato.

                In che modo i gusti del territorio, nel suo caso la Calabria, hanno influito sulle scelte riguardo i prodotti e l’arredo del suo locale?

                La ricerca continua sui prodotti del territorio porta spesso a strani rituali di accoppiamento culinario come fiordilatte con marmellata di cipolle di tropea, pecorino e nduja, caciocavallo e rosmarino, cioccolato al peperoncino bergamotto e fichi secchi immersi in una grandissima e scenografica vetrata espositiva circondata da un mosaico di piastrelle in piena sintonia con il paesaggio e la collina circostante.

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                  Intervista a Paolo Brunelli, testimonial FB

                  Le colline di Agugliano e il mare di Senigallia, la sperimentazione e la tecnica tipica del jazz, la tradizione di famiglia e la forte inclinazione alla tecnologia e all’innovazione, la classicità del cioccolato e la capacità di confrontarsi con i cambiamenti del gusto: per cambiare la storia di un prodotto così popolare, per tutte le tasche, come il gelato bisogna avere la voglia di portarlo anche oltre la modernità. Musica (è proprio il caso di dirlo) e spartito di Paolo Brunelli, classe 1965, marchigiano, Maestro dell’omonima Gelateria Cioccolateria in provincia di Ancona.

                  Foto di brambillaserrani.it

                  Partiamo proprio dalla musica. Tutta la sua esperienza creativa sembra essere guidata dalla musica e ricondotta alla musica. Che valori le porta?
                  La musica, il jazz in particolare, ha fatto parte della mia vita a lungo e ancora oggi ne fa parte. Mi ha portato a scoprire un importante modello su cui lavorare: conoscere in maniera ferrea la tecnica per poi sviluppare con forza l’improvvisazione e, improvvisando e sperimentando, inglobare quanta più tecnica possibile per raggiungere un livello superiore.

                  L’attività di famiglia ha radici profonde, nel 1934 ad Agugliano. Quanto è importante essere cresciuto in una famiglia di ristoratori, quanto è importante la tradizione familiare nella capacità di improvvisare e sperimentare?

                  Avere un background di ricordi gustativi è fondamentale secondo me. La capacità di riconoscere i gusti, di saper dominare l’olfatto, anche in relazione alla cucina tradizionale, è importantissima per sviluppare una propria percezione. Sperimentare nel freddo e nella pasticceria passa anche attraverso questi ricordi, queste esperienze, perché è alla base del saper innovare. Già dai primi anni Ottanta ho potuto sviluppare il mio percorso, anche stando al fianco di mia madre. E, ogni passo, è stato votato all’innovazione e alla sperimentazione, avendo ben chiare nella testa però quali fossero le basi.

                  Miglior gelato al cioccolato d’Italia secondo la guida Gelaterie d’Italia 2017, tre coni anche secondo la guida 2018 sono solo gli ultimi riconoscimenti ottenuti. Quanto valgono questi premi?

                  Sicuramente sono importanti, dal punto di vista dell’impresa e dal punto di vista personale. Ma sono convinto che questi riconoscimenti devono arrivare dopo un percorso di credibilità e tanto lavoro. Il consumatore finale riconosce i premi, ma apprezza davvero il percorso che hai compiuto. Se non c’è un rapporto vero e sincero con il consumatore, se non c’è un’attività di ricerca, formazione e sperimentazione, i premi e i titoli restano solo sulla carta e non offrono quel valore aggiunto che pure meriterebbero.

                  paolo-brunelli-gelataio

                  È più importante nel successo di un pasticcere e di un gelaterie la qualità delle materie prime o la ricerca continua?

                  Sicuramente entrambi. L’alta qualità delle materie prime sta sicuramente alla base del prodotto. Ma su questa base deve innestarsi l’accrescimento personale e professionale, la ricerca, il voler lavorare su se stessi e sul proprio prodotto. La gelateria moderna, in questo senso, deve guardare al futuro, deve essere in grado di proporre un prodotto che strizzi l’occhio alla tecnologia e all’innovazione. Le nuove generazioni devono continuamente lavorare sulla formazione, anche su settori e ambiti non strettamente connessi al nostro. Penso al beverage, ai corsi di cucina tradizionale. Dobbiamo sempre essere in crescita, in formazione.

                  Il cioccolato è sicuramente un marchio distintivo suo personale e delle sue creazioni. Ma se dovesse scegliere il suo gusto preferito, quale ci consiglierebbe?

                  Vi direi nocciola, tra i più tradizionali. Però non dobbiamo mai dimenticare che anche la tradizione spinta va innovata, va ampliata. Questo è quello che mi sento di consigliare anche alle generazioni più giovani: innovare sempre, cercare nuove strade al gusto. Penso agli innesti gastronomici, all’olio d’oliva, alle spezie, ai formaggi. Dobbiamo essere anche capaci di guardare a nuovi gusti. Ci sono già nuove frontiere in questo senso. Su quelle dobbiamo lavorare.

                  Foto di brambillaserrani.it

                  Il gelato in particolare sta diventando vera e propria eccellenza italiana. Quali sono i margini di miglioramento e quali possono essere i rischi di una eccessiva diffusione?

                  Dobbiamo sfruttare la tecnologia, l’innovazione e la formazione per stravolgere il settore e ricomporlo sempre secondo nuove regole. Sta maturando nuovo fermento, sta crescendo la voglia di innovare perché nuove sono le sfide. Potrei dire che la vecchia gelateria è ormai morta. Se abbiamo la capacità di studiare e creare sempre nuovi stili abbattiamo il rischio dell’italian sounding e portiamo sempre più avanti il limite da raggiungere. Così facendo la scuola italiana non sarà mai raggiungibile.

                  Dopo Avanguardia Gelato, ha pubblicato anche Gelateria per tutte le stagioni. Dai cremosi alle praline, 365 giorni di idee golose. Il segreto sta anche nella condivisione delle esperienze?

                  Non bisogna mai avere paura di condividere le proprie esperienze. Perché l’interscambio di conoscenze resta decisivo anche nei settori dell’alta pasticceria e della gelateria. Abbiamo quasi necessità di condividere le nostre idee, anche i piccoli segreti personali.

                  “Gelateria per tutte le stagioni” oltre ad essere il titolo del suo ultimo libro, è anche una forte visione nel superamento del limite della periodicità?

                  Inevitabilmente il gelato è un prodotto che si consuma prevalentemente d’estate. Ma ci sono le strade per superare questo limite. Anche in questo caso ci viene incontro l’innovazione. Le strategie possono essere diverse e tutte valide. Dobbiamo sfruttare la tecnologia per portare il gelato nelle case degli italiani, così da riuscire a farlo consumare anche d’inverno. Dobbiamo portare il gelato moderno nell’alta ristorazione con le sperimentazioni. Dobbiamo lavorare sulla destagionalizzazione attraverso la proposta di gusti sempre nuovi legati alla qualità dei prodotti e attraverso le contaminazioni con la cucina tradizionalmente intesa.

                  ANTONELLO MINOIA

                  Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                    Il gelato fa bene. Non solo allo spirito

                    Ricordi, sensazioni, emozioni. Quell’uscita fuori porta, quel cono in riva al mare, quel gelato a bordo lago, la coppetta nella pasticceria di montagna. Vere e proprie madeleine di proustiana memoria indissolubilmente legate all’assaggio di un gelato.

                    Ma un buon gelato non fa bene soltanto allo spirito e al cuore. Scopriamo insieme i benefici di un alimento un alimento che favorisce l’aumento del colesterolo HDL, quello “buono”, e la diminuzione del colesterolo cattivo.

                    Sfatiamo un mito: il gelato non fa ingrassare. Al contrario, quello artigianale con ingredienti di qualità, fa bene alla salute (naturalmente in dosi, come sempre, non eccessive), apporta nutrienti e vitamine, fornisce energia, reintegra i liquidi, attiva il circuito del piacere, mettendo di buon umore.

                    Malanni di stagione: gelato sì o gelato no?

                    Raffreddori, influenza, malanni di stagioni invernali: il gelato fa bene, riesce ad alleviare la situazione o peggiora la nostra condizione? Necessario fare dei distinguo.

                    Il gelato è una soluzione ideale in caso di mal di gola, grazie all’azione rinfrescante e vagamente analgesica apportata dal freddo, può dare sollievo alle regioni infiammate del cavo orale. In questo caso sarebbe preferibile scegliere un gelato gusto frutta, evitando il latte contenuto nelle creme che aumenta la produzione di muco).

                    Discorso opposto in caso di influenza: riduce sensibilmente la temperatura corporea, costringendo l’organismo a “distogliere” parte delle sue energie dalla risposta alle infezioni per ristabilire l’omeostasi.

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                    Pausa pranzo: mai più panino!

                    E se in pausa pranzo, meglio se d’estate, lasciassimo a casa il panino e corressimo alla prima gelateria? Non sarebbe una cattiva idea. Il gelato presenta maggiori vantaggi rispetto al classico panino: ci da senso di sazietà, nutre, rinfresca, è nella maggior parte dei casi facilmente digestibile.

                    Grazie alle sue proprietà e ai suoi ingredienti (un buon gelato non provoca mai sete), con un gelato si apporta al nostro organismo l’acqua, elemento importantissimo soprattutto nei mesi caldi.

                    Musica per il nostro palato

                    Studi scientifici dimostrano che, mangiando gelato, si innesca nel nostro cervello un meccanismo di piacere molto simile a quello che si ottiene ascoltando la nostra musica preferita. Dolci note per il nostro palato, quindi, ed effetti positivi sul nostro umore.

                    Il ritorno all’infanzia, un amore mai dimenticato, il giusto premio per una difficile giornata lavorativa: tanti possono essere gli spunti, tante possono essere le situazioni in cui un buon gelato ci salva l’umore: caffè e tiramisù per ricaricare anche il nostro corpo, amarena per rilassarsi, cioccolato come naturale guerriero contro un momento di tristezza.

                    Gli zuccheri facilmente assorbili incidono sull’area celebrale e il nostro viso risulta più rilassato. Facilitando così anche le relazioni con gli altri.

                    Il consumo di gelato stimola anche la produzione di serotonina (l’ormone della felicità). Nel latte presente nelle creme, c’è anche il triptofano, tranquillante naturale per il sistema nervoso.

                    Occhio però: se avete problemi di insonnia, meglio un gelato alla frutta.

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                    I gusti più indicati per il nostro benessere

                    Il gelato significa anche e soprattutto una declinazione abbastanza ampia di gusti.

                    Si parte dal cioccolato fondente che ci aiuta a essere di buon umore con vitamina B3 e minerali come il magnesio. Restando nelle creme dalla nocciola arriva un ottimo apporto per pelle e capelli (vitamina E) e un ottimo sostegno agli sportivi.

                    Gusti frutti quasi tutti di colore rosso: le more con la vitamina C ed E ha sostanze antiossidanti, le fragole e i lamponi contengono fibra e sali minerali in quantità e i mirtilli hanno l’effetto antiossidante più potente di qualsiasi frutto fresco.

                    Non dimentichiamo il pistacchio: vitamine, sali minerali proteine e grassi ‘buoni’, ottima merenda energetica.

                    ANTONELLO MINOIA

                    Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                      Gli appuntamenti con il gelato nel 2018

                      Così come anticipato nel nostro post sulle tendenze del gusto per il 2018, l’inverno è un periodo tutt’altro che sterile per il mondo del gelato. Si delineano e si lanciano le direttrici per le stagioni forti come la primavera e l’estate, si lavora di creatività per creare prodotti comunque appetibili.

                      Si pianifica: gelatai, pasticceri, aziende di settore. Lavorano e si incontrano per capire dove andrà (o dove dovrà essere portato) il mondo del gelato.

                      Diverse tra dicembre e gennaio le fiere di settore, tanti gli appuntamenti in giro per l’Italia patria del gelato e per l’Europa.

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                      Gennaio a Rimini

                      Uno degli appuntamenti più attesi è sicuramente il Sigep di Rimini, dal 20 al 24 gennaio. Si parte forte con il salone dedicato alla gelateria, pasticceria, caffè e panificazioni artigianali più importante a livello internazionale per operatori e professionisti provenienti da tutto il mondo e giunto alla sua 39esima edizione.

                      Grandi numeri: oltre 150 mila visitatori, poco più di 30 mila in arrivo dall’estero, 1.250 espositori su una ampiezza di 129 mila mq nel 2018 nella Fiera di Rimini per una rassegna che anticipa tendenze ed innovazioni delle quattro filiere interessate in quanto a materie prime, ingredienti, impianti e attrezzature, arredamento e servizi. È uno show che premia le eccellenze mondiali, presenta nuovi format, sviluppa il networking internazionale e fa crescere il business di settore.

                      Protagonisti assoluti, naturalmente, il gelato artigianale di tradizione italiana e i professionisti della dolce arte fredda. Uno degli eventi più attesi del 2018 è la Coppa del Mondo della Gelateria, evento a cadenza biennale, organizzato da Gelato e Cultura e Sigep.

                      Giunta alla sua ottava edizione, la Coppa del Mondo della Gelateria si rivolge ai professionisti della gelateria, pasticceria, cioccolateria ed alta gastronomia selezionati tra i migliori professionisti nei 5 continenti e offre un’occasione unica di confronto e stimolo delle singole professionalità.

                      Selezionate 12 squadre: Argentina, Australia, Brasile, Colombia, Francia, Giappone, Marocco, Polonia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Usa.
                      Ricerca scientifica per promuovere l´innovazione e difendere l’eccellenza, proposte inedite per un gelato salutare, convegni di approfondimento e novità nei concorsi internazionali: la prossima edizione del Salone internazionale dell’arte dolciaria artigianale di Rimini ruoterà attorno a questi grandi temi.

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                      Febbraio a Parigi, Stoccarda e Città del Messico

                      A inizio febbraio sono due gli appuntamenti in calendario, entrambi in giro per l’Europa.

                      Dal 3 al 6 febbraio Europain a Parigi, ma soprattutto dal 3 al 7 febbraio c’è il di Gelatissimo, fiera biennale di Stoccarda. Rassegna di riferimento per i paesi a nord delle Alpi, con il mercato tedesco che di fatto rappresenta il secondo a livello europeo per quanto riguarda il gelato.

                      Opportunità unica per conoscere l’andamento e gli sviluppi del settore, innovazioni e nuove tendenze in tema di materie prime e additivi, condimenti, macchine per gelato e tecnologia di raffreddamento, sistemi di presentazione e illuminazione e promozione delle vendite, nuove preferenze e nuova domanda.

                      Fine febbraio si chiude in America con la Feria Internacional del Helado di Città del Messico dal 22 al 24 febbraio, salone monografico che presenta le ultime novità lanciate sul mercato da aziende nazionali ed internazionali.

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                      ANTONELLO MINOIA

                      Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                        13 dicembre 1903, nasce il cono gelato


                        C’è una data che segna più di altre la storia del gelato, universalmente inteso. C’è una data che più di altre ha cambiato l’immagine che diamo ad uno dei prodotti che più è in grado di suscitarci emozioni, ricordi, sensazioni.

                        Quella data è il 13 dicembre 1903. Quella è la data in cui Italo Marchioni, italiano residente a New York City, richiese e ricevette il brevetto statunitense per l’invenzione del cono. Non si può essere certi che sia stato lui ad inventarlo, il cono. Le opzioni a riguardo sono tante, spesso discordanti. Ma il 13 dicembre 1903 resta un punto certo nella storia del cono gelato.

                        Le origini

                        Il cono è uno dei “contenitori” possibili per il gelato. È di forma conica aperto da una parte, spesso fatto di wafer o biscotto o altre cialde, da impugnare naturalmente con la parte aperta in alto.

                        Le radici arrivano fino a Caterina de’ Medici che pare introdusse le sue ricette in Francia. E anche in Inghilterra tale tradizione pare diffusa fin dal Sedicesimo secolo. Di una cosa si è quasi certi: alla base di tutte queste tracce storiche c’è sempre un italiano.

                        La figura di Marchioni

                        Il 13 dicembre 1903 Italo Marchioni, nato in una piccola frazione di un Comune del bellunese ed emigrato in America alla fine dell’Ottocento (come tanti altri pasticceri e gelatai delle Dolomiti), ricevette il brevetto statunitense n. 746971 per l’invenzione del cono gelato. In particolare per l’invenzione di un macchinario per la produzione dei coni che “può essere particolarmente comoda per manipolare e modellare la pasta in forme insolite che finora non sono mai state create, a causa della delicatezza della sostanza e della difficoltà di staccare la sostanza dagli stampi”.

                        In realtà lui stesso aveva venduto il gelato nel cono in America fin dal 1896.

                        Philadelfia, New York, New Jersey le tappe della sua storia a stelle strisce. Ristoranti, bar e una fabbrica di coni e cialde nella piccola Hoboken le sue attività.

                        Il passaggio dal bicchiere al cono

                        Non venivano restituiti. Cadevano e finivano inevitabilmente per rompersi. Erano poco pratici, un po’ freddi se vogliamo. I bicchieri di vetro in cui si serviva il gelato a New York all’inizio del Novecento rappresentavano una scomodità e, anche, una piccola perdita di capitale.
                        Né tanto meno aiutavano i coni di carta. Troppi rifiuti da smaltire.
                        Insomma, il cono ancora non esiste e i gelati vengono consumati in contenitori di varia forma e dimensione. In Austria e in Germania ci si portava il bicchiere da casa, i nobili lo mangiavano in coppette da gelato in porcellana, altri spesso anche in piatti fondi. L’esigenza di utilizzare qualcosa di più comodo e trasportabile, insomma, si faceva sentire. In Francia coni di metallo o di carta, in Austria ancora su un cartone quadrato. Ma niente di commestibile. Ecco perché Marchioni inventò il cono: uno stato di necessità, un rimedio all’italiana, la nostra caratteristica inventiva.

                        Marchioni è attualmente ritenuto l’inventore del cono più accreditato. A certificarlo quel brevetto che altri non hanno ottenuto. Così come il Cadore e la Val di Zoldo sono ritenuti al pari della Sicilia la patria del gelato. In realtà, le cronache narrano anche di dissidi circa quel brevetto. Italo Marchioni fu osteggiato a tal proposito da Frank Marchioni, un suo cugino possedeva un negozio di gelati a New York, e da Antonio Valvona, che nel 1902 aveva brevettato sempre negli Usa un forno per produrre “coppe di biscotto per gelati”. Ma questi sono processi giudiziari senza certezze e tali restano. Che non intaccarono la fama di Marchioni (Italo).

                        Il New York Times alla sua morte, il 29 luglio 1954, scrisse: “Nel 1896 preparò il primo cono e alcuni anni dopo, secondo la sua famiglia, ne ottenne il brevetto originale. Il dibattito sul brevetto del cono, oggetto di molte controversie e polemiche, non è mai stato del tutto risolto”. Soprattutto tutto questo non cambia il senso della storia: il 13 dicembre è e resta una data significativa.

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                        Le altre ipotesi

                        Secondo le versioni riportate a più riprese dal New York Times, uno dei venditori presenti alla Fiera Mondiale di St. Louis del 1904, il pasticcere siriano Ernest Hamwi, introdusse un nuovo modo di mangiare il gelato: con una pasta densa cotta in una pressa per wafer.

                        Non esistono documenti scritti che confermino questa storia e in realtà furono diversi gli espositori della Fiera di St. Louis del 1904 ad attribuirsi l’invenzione del primo cono. Un altro siriano, un immigrato turco e due fratelli dell’Ohio entrano nel sentito dire, quasi leggenda.

                        Tra l’altro a smentire l’ipotesi St. Louis c’è la storia già raccontata della famiglia Marchioni, Italo e Frank.

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                        L’Italia

                        Un dato è certo più di altri: il gelato moderno è un’invenzione italiana, con una derivazione araba e una lunga tradizione cinese, ma con un fortissimo marchio nostrano. Gli artigiani e le aziende italiane sono le migliori sul mercato e tali restano. Oggi anche il cono è diventato a suo modo un’arte: in Italia agli inizi del Novecento anche il gelato non sfuggiva alla regole del mangiare con posate, tovaglie e tovaglioli, servito in bicchieri di vetro o impiattato e consumato con un cucchiaino. Il cono mangiabile arriva in Europa nei primi anni del Novecento e in Italia negli anni Trenta, in particolare a Trieste, la città in cui, proprio in questi anni, si diffondevano i porzionatori rotondi a pallina (protagonista ancora un gelatiere originario della Val di Zoldo).

                        Il cono oggi

                        Il “Cornetto” è commercialmente quello più noto. Ma il cono gelato artigianale vive nuove frontiere. La preparazione della cialda nel momento stesso in cui si serve il gelato, le diverse forme del cono stesso e lo studio su fragranza e croccantezza sono versanti ormai battuti. E strade percorse dalle gelaterie di alto profilo per offrire un’esperienza di gusto superiore.
                        Rendere unico il gelato attraverso qualità e ricercatezza. Lo stesso approccio di Fb Showcases: offrirvi, come sempre, il meglio possibile.

                        ANTONELLO MINOIA

                        Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                          I gusti dell'inverno: le nuove tendenze per il 2018

                          Le gelaterie più frequentate non solo perché allocate nelle strade più famose al mondo, ma anche perché riconosciute come centri del gusto e della qualità. Le pasticcerie più ricercate nelle proposte e nello stile. Chi ha detto che il gelato non sia anche un prodotto “invernale”? Chi ha mai pensato che il gelato si esaurisca con l’addio ai mesi più caldi?

                          Le serate nelle località sciistiche e di montagna più rinomate hanno un sapore davvero differente se concluse attorno ad un gelato. Le cene di dicembre e di Natale sono perfette se chiuse con un cono di cioccolato. Le notti più fredde assumono risvolti più dolci con una coppetta di pistacchio.

                          Non così abituale in Italia, non così strano nel resto d’Europa e del Mondo. 

                          E i gusti? Quali saranno i gusti più ricercati? Se per l’estate si delineano vere e proprie tendenze, per l’inverno è davvero difficile stabilire le mode più in voga. Del resto, questa è la stagione in cui si lanciano le linee per i mesi forti (diverse tra dicembre e gennaio le fiere di settore, tanti gli appuntamenti in giro per l’Italia patria del gelato e del mondo). Noi ci proviamo. Questo un vademecum per arricchire con i gusti giusti la meraviglia della tua vetrina, anche in inverno. Perché queste non siano  solo stagioni di transizione.


                          Lo diciamo subito: il contesto di riferimento pare andare in linea con le scorse stagioni: vanno i gusti “senza” (in linea con il crescente interesse dei millennials per i prodotti di qualità), si punta ancora sulla territorialità delle proposte regionali e anzi si valorizza la specificità locale, il “fatto bene” vale più del “tanto differente”. Il mercato, insomma, oggi richiede un prodotto artigianale, naturale e salutare, che rispetti le intolleranze alimentari. E anche su questa linea di tendenza la varietà fa il suo gioco.

                          Seguiamo i migliori

                          Dicembre e gennaio: tempo di stagionalità. Di offerte che cambiano anche mese per mese. In questa ottica, i social, per loro natura, ci danno una mano, scorrendo le pagine delle migliori gelaterie al mondo.

                          Più frutta di stagione che cioccolato (senza esagerare però), più gusti inediti che gusti tradizionali, il forte orientamento al salato che si amalgama con il dolce, il colore diversificato con il black tanto di moda in estate che vira verso le tonalità più chiare.

                          Una panoramica attraverso le gelaterie più rinomate al mondo può rendere il vostro tour davvero interessante: a caccia del gusto che sarà più richiesto, ma soprattutto a caccia dell’orientamento più sentito. Perché di comuni denominatori ce ne sono davvero pochi, ma la spinta è local. Molto local.

                          Cercate l’hashtag giusto, affidatevi ai migliori. Anche perché in giro per il mondo la predisposizione a sperimentare è molto più alta (quasi sempre, però, a partire dalla tradizione e dalla qualità dei prodotti italiani come base). Il fico, il radicchio, il pinolo e chi più ne ha più ne metta: un viaggio tra le regioni italiane, prodotti unici che conquistano anche il mondo.

                          Proviamo a seguire gli chef: vincotto, mandorle, baileys, cachi e altre particolari specialità.

                          Dall’altra parte della barricata: ananas e zafferano, rosewater (l’acqua di rose) e il sesamo tostato, il tè indiano e il kulfi sono gusti che hanno ormai creato un ponte tra Oriente (India e Cina) e Occidente (Stati Uniti soprattutto) e che potrebbero arrivare presto anche in Europa con forza.

                           

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                          Dopo l’estate…

                          Nella scelta del gusto c’è chi si affida alla tradizione dei classici per pigrizia e chi sceglie sempre lo stesso per non sbagliare. Ma c’è anche chi gradisce variare parecchio e chi ama cambiare spesso scelta. Ecco perché dopo un’estate torrida in cui i gusti “esotici” l’hanno fatta da padrone (lime, zenzero, menta, cocco, frutto della passione, mango, avocado, tutti sinonimo di freschezza e leggerezza), potrebbero risalire la classifica del gusto le creme come cioccolato, nocciola e stracciatella, magari in abbinata con i gusti alla frutta tropicale. Cioccolato, liquirizia, pompelmo: un triangolo su cui scommettere.

                          Occhio anche alla creatività nelle forme proposte: andate oltre il classico cono.

                          gelato_creme

                          Gluten Free, Dairy Free e Vegan

                          Non è certo una novità. Il gelato senza glutine è diventato, però, una risorsa in più per accontentare i clienti (celiaci e non).
                          Gli ingredienti per un buon gelato “gluten free” sono gli stessi di quello tradizionale: materie prime di qualità, prodotti freschi e bilanciamento delle ricette. Bastano pochi accorgimenti: sostituire in alcuni gusti gli ingredienti contenenti glutine ed evitare contaminazioni con i coni al momento del servizio.

                          Per rispondere alle esigenze di tutti i consumatori anche nel periodo invernale, non può quindi, per esempio, mancare il gelato artigianale alla soia, alternativa perfetta per tutti i golosi di gelato che sono intolleranti al glutine, al lattosio o che vogliono mantenere la linea.

                          Spiccata inclinazione salutista, quindi. Una tendenza in costante accelerazione: dairy free e vegan presto diventeranno ricercatissimi.

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                          Sua Maestà il Pistacchio

                          È tra i gusti più scelti, fa incetta di premi in giro per il mondo, rappresenta un classico della tradizione artigianale gelatiera ma non è mai banale, vale la qualità di una ricetta semplice frutto di lunga esperienza e cura per ogni dettaglio ma apre a creazioni che possono mettere assieme anche diverse varietà dello stesso prodotto. È uno dei gusti probabilmente tra i più scelti al mondo oggi, l’unico in grado di insidiare i “classicissimi”. Sua Maestà il Pistacchio.

                          Così tanto in voga che difficilmente non si può considerare di tendenza anche per i primi mesi del 2018. In attesa magari che altri provino a scalzare la sua posizione di leadership per la prossima estate.
                          Anche perché se pensate che il pistacchio faccia ingrassare, dobbiamo smentirvi: come tutta la frutta secca il pistacchio è in grado di favorire l’abbassamento del tasso di colesterolo nel sangue. Riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Protegge gli occhi. Contiene grassi saturi le cui proprietà sono in grado di apportare benefici nei soggetti con pelle secca. Facilita l’assorbimento del ferro da parte dell’organismo.

                          Ha proprietà antiossidanti. E tanto altro. Praticamente perfetto per le diete “invernali” dei vostri clienti.

                          Sapori Kinder

                          Già annunciato per il 2018 l’ingresso nel settore dei gelati di Ferrero, attraverso il lancio della linea Kinder Ice Cream, in partnership con Unilever. L’operazione (naturalmente legata al settore dei gelati confezionati, sia chiaro) non riguarderà però l’Italia.

                          E, allora, quale migliore occasione per sorprendere i fanciulli e i ragazzi (ovvero quella che probabilmente è ancora la fetta maggioritaria dei consumatori di gelato) con un gusto in linea con i prodotti del colosso di Alba. Si parte dal cioccolato, certo. Ma le sfumature nel mondo Ferrero sono tante e, chissà, potrebbero primeggiare anche tra i gelati artigianali, magari sfruttando l’assenza del brand dal banco gelati.

                          Ricercatezza, varietà, territorialità e prossimità: tante strade differenti per arricchire la tua gioielleria Fb. E per personalizzarla con il tuo stile unico.

                          ANTONELLO MINOIA

                          Giornalista pubblicista, con una passione smisurata per i carboidrati, per lo sport e per tutto quello che è scrittura, testi, contenuti e comunicazione. Da bambino scrivevo favole, da “grande” volevo fare il poeta o lo scrittore. Mi dicevano: “Non raccontare storie”. E, invece, io proprio quello faccio: racconto storie.

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                            Storie di gelato al cioccolato

                            Vorremmo mangiarlo ogni giorno, e quando non è nella nostra dispensa non facciamo altro che pensarci. Ci incantano le vetrine gelato che lo mettono in mostra. Nero fondente, più chiaro al latte, dark, a seconda dei gusti. Stiamo parlando del cioccolato, ovviamente! Ma ti sei mai chiesto come nasce questa golosità di cui non riusciamo a fare a meno? Probabilmente preso dal suo sapore non ti sarai mai fatto troppe domande, ma oggi ti togliamo qualche curiosità.

                            Da dove viene il cioccolato? La storia ha inizio dall’America Latina: qui dei chicchi sono diventati cibo, cura, piacere, dono, medicina. Unisciti a noi per un viaggio attraverso questa storia così affascinante!

                            La storia del cioccolato ha inizio 4.000 anni fa in Messico. È qui che sono state trovate le prime piante di cacao. L’Olmec, una delle prime civiltà dell’America Latina, è stata la prima a trasformare la pianta di cacao in cioccolato, per utilizzare la bevanda come medicinale. Secoli dopo, i Maya hanno proclamato il cioccolato “bevanda degli dei”. Si narra che, nel XV secolo, invece, gli Aztechi utilizzavano i chicchi di cacao come valuta. Nessuno sa con certezza quando il cioccolato abbia raggiunto l’Europa. La leggenda narra che l’esploratore Hernán Cortés portasse cioccolato nella sua patria a partire dal 1528. Probabilmente Cortés ha scoperto il cioccolato durante una spedizione nelle Americhe. Alla ricerca dell’oro e delle ricchezze, invece, trovò una tazza di cacao che gli venne offerta dall’imperatore azteco. Quando Cortés tornò a casa, introdusse i semi di cacao agli spagnoli. Anche se ancora servito come bevanda, il cioccolato spagnolo è stato mescolato con lo zucchero e il miele per addolcire il gusto amaro. Il cioccolato rapidamente divenne popolare tra i ricchi.

                            Gli spagnoli però hanno tenuto il cioccolato tutto per loro per parecchio tempo! Il resto d’Europa ha potuto godere della sua bontà solo dopo un secolo. Nel 1615 il re francese Luigi XIII sposò Anna d’Austria, figlia del re spagnolo Filippo III. Per celebrare l’unione portò campioni di cioccolato alle corti reali della Francia. Dopo la Francia, il cioccolato presto apparve in Gran Bretagna in speciali “casse di cioccolato”.

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                            La rivoluzione che il cioccolato ha aspettato

                            Il cioccolato rimase immensamente popolare tra l’aristocrazia europea. I reali e le classi superiori consumavano questa prelibatezza soprattutto per i benefici sulla salute. Il cioccolato però era ancora prodotto a mano, un processo lento e laborioso. Ma con la rivoluzione industriale dietro l’angolo, le cose stavano per cambiare. Nel 1828, l’invenzione della pressa rivoluzionò la produzione di cioccolato. Questo dispositivo innovativo poteva aiutare la fuoriuscita del burro di cacao dai chicchi di cacao arrostiti, producendo una polvere di cacao fine. La polvere poi veniva mescolata con dei liquidi e versata in uno stampo, dove solidificata diventava una barretta commestibile. E proprio così, nacque l’era moderna del cioccolato.

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                            Dal cioccolato al gelato il passo è stato breve

                            Ormai sono rimasti pochi giorni d’estate, quindi dobbiamo goderci al massimo le ultime boccate di gelato fresco. Ma quale gusto scegliere? Cioccolato, ovviamente! Secondo l’International Ice Cream Association, il 30% delle persone preferisce il gelato al cioccolato. Ma qual è il primo sapore che ha incontrato il gelato?

                            Alcuni dei primi dessert congelati erano composti da ghiaccio rasato con sciroppi di zucchero aromatizzati, una sorta di attuale granita. In Medio Oriente erano conosciuti come sharbati o serbi: l’origine delle parole sorbetto e sherbet.

                            A causa di questo precedente, alcuni dei più antichi sapori di gelato erano appunto bevande, come caffè e tè. Ecco perché il gelato al cioccolato fu inventato molto prima della vaniglia. La prima ricetta al cioccolato congelata è stata pubblicata a Napoli nel 1692 nel libro The Modern Steward. Il cioccolato era una bevanda calda popolare nell’Europa del XVII secolo ed era comunemente mescolata con spezie come cannella, peperoncino, anice, mandorle o muschi (estratti ghiandolari dal cervo musco). Il “cioccolato messicano” odierno è in realtà un discendente di come veniva servito il cioccolato alla corte spagnola, non di come è stato concepito dai popoli antichi del Messico.

                            Il cioccolato ha senza alcuna ombra di dubbio rivoluzionato il mondo del gelato che, fino a prima di incontrare il cibo degli dei, aveva conosciuto soltanto il sapore della vaniglia. Il gelato al gusto del cioccolato rappresenta una rivoluzione importante proprio per la sua complessa lavorazione e per i delicati abbinamenti che possono contraddistinguerlo. Come abbiamo appreso dalla sua storia, il cioccolato è sempre stato considerato un bene prezioso, una vera e propria ricchezza che era vietato sminuire! Se i Maya lo custodivano preziosamente e i reali spagnoli lo nascondevano con avidità, oggigiorno non possiamo di certo utilizzarlo come un qualsiasi altro “gusto”.

                            Quella del gelato al cioccolato rappresenta dunque una vera e propria arte, che non tutti posseggono. Come ci insegnano i grandi maestri cioccolatieri, bisogna maneggiarlo con cura, saperlo lavorare con sapienza ed abbinarlo con furbizia. Il gusto del cioccolato sa sempre come toccare le corde più profonde dell’anima, quindi bisogna trovare la strada giusta per esaltarlo insieme ad altre combinazioni che potrebbero rivelarsi vincenti.

                             

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                            Il cioccolato oggi: una vera e propria opera d’arte da maneggiare con cura

                            Oggi il cioccolato è una vera e propria opera d’arte che in pochi sanno come trattare. Ci sono grandi maestri gelatieri che hanno dedicati corsi e studi solo a questo ingrediente perché la sua composizione ha bisogno di particolare cura per diventare gustoso cioccolato. Distinguere un gelato al cioccolato di bassa qualità da uno che ci fa raggiungere il paradiso non è difficile, basta attivare le papille gustative. Un esempio di maestria in questo campo è senz’altro Paolo Brunelli, il gelatiere che secondo Gambero Rosso produce il miglior gelato al cioccolato del mondo. Brunelli ha sempre dedicato forte cura alla sperimentazione e alla ricerca delle materie prime, puntando tutto sulla filiera corta. Senza mai mettere da parte il reale lato umano, Paolo tiene al fatto che le persone sappiano esattamente cosa stanno mangiando. Paolo Brunelli è per questo sinonimo di qualità.

                            Ma il cioccolato è anche diventato protagonista di tanti eventi, tra cui proprio i corsi organizzati da Paolo Brunelli con Orion. Un esempio è il Sigep, la fiera leader nel settore della gelateria, pasticceria e artigianalità. Durante la fiera al cioccolato vengono dedicati dei panel come “The Star of Chocolate”, dove le migliori aziende produttrici d’Italia si incontrano portando innovazione nel settore della lavorazione del cioccolato, considerato ancora oggi il cibo degli dei. Altro evento di cui il cioccolato è il protagonista indiscusso è l’Eurochocolate di Perugia. Durante questa vera e propria festa dedicata alla golosità che più amiamo è possibile assaggiare il cioccolato in tutte le sue sfumature (è possibile provare più di 10 tipi di cioccolato), in diverse forme e accompagnato da diversi abbinamenti che mai ti aspetti.

                            ANNETTE PALMIERI

                            Napoletana, gattara, logorroica, twittatrice compulsiva, non vivo senza il mio smartphone a portata di mano. Vi avviso: sono peggio di Lucy Van Pelt. Amo le parole e quotidianamente lotto contro i miei nemici giurati: i refusi. Non sono brava in tutto anzi, le cose che non so fare sono notevolmente maggiori rispetto a quelle che so fare. Ad esempio, so scrivere ma non so camminare e bere contemporaneamente.

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                              I gusti dell'estate 2017: le nuove tendenze per palato e mente

                              Con l’arrivo dell’estate, arriva anche la voglia di assaggiare qualcosa di nuovo. Le serate si allungano, le stelle si fanno più luminose e la mente cerca nuovi stimoli, anche (e soprattutto) scoprire nuovi gusti e sapori. Stiamo parlando del gelato! Quali sono i gusti più innovativi, tradizionali, particolari dell’estate 2017? Scopriamoli insieme!

                               

                              Siamo proprio curiosi di sapere quali sorprese per il palato si nascondono all’interno delle eleganti gelaterie dei corsi più rinomati d’Italia e del mondo. L’estate 2017 è arrivata e il caldo dei primi pomeriggi domenicali, quelle delle località più esclusive, si popolano di turisti e di personaggi i cui cuori, occhi e menti necessitano di novità. Quali sono, dunque, i gusti più esclusivi preparati dai mastri gelatieri per la lunga estate?

                              Durante una passeggiata o durante una cena in un albergo di lusso, il momento del gelato è sempre quello più apprezzato. Come soddisfare i gusti dei tuoi clienti? Ovviamente con la meraviglia per il palato che nasconde la tua vetrina, colorata dei mille gusti al sapore d’estate.

                              I gusti dell'estate 2017

                              I suggerimenti di Instagram

                              Se la tua gelateria o il tuo hotel ha un profilo Instagram, saprai benissimo che il gusto più social di questa stagione estiva è il gelato nero. Un prodotto davvero interessante (ed innovativo) creato dalla gelateria Little Damage di Los Angeles. Si tratta di un preparato di mandorle e carbone vegetale: un cono completamente black che rimanda subito con la mente alle atmosfere newyorkesi dell’Upper East Side. Eleganza, minimal e atmosfera retrò.

                              Immagina il contesto: una gelateria dall’atteggiamento leggermente vintage, dall’atmosfera puramente ispirata all’armonia tra design e gusto, arredamento ricercato, una vetrina mozzafiato. Al suo interno troneggia lui: il gelato nero. Un’ispirazione per mente e palato.

                              Non solo Los Angeles si è dedicata al minimalismo da gelatiere (quasi) di design. Un prodotto simile, più cremoso del precedente, è stato realizzato dalla gelateria Morgenstern’s Finest Ice Cream di NewYork. Anche la grande mela è stata contagiata dal black is the new black e rintraccia nella consistenza cremosa la differenza con la East Coast. L’elemento caratterizzante la cremosità del black ice cream newyorkese è la cenere nera ricavata dalla noce di cocco, con una leggerissima spolverata di crema e latte di cocco. Stupefacente!

                              Su una tavola imbandita, al momento del dessert, una preparazione all’insegna dei contrasti tra ingredienti o lavorando sulla presentazione ad alto tasso creativo vince sul cuore del più timoroso dei commensali. Lo stile è il protagonista assoluto!

                              Gambero Rosso decreta il gelato dell’estate

                              Quando parliamo di maestri gelatieri e di tendenze gusto 2017 non possiamo esimerci dal consultare la guida alle Gelaterie d’Italia 2017 del Gambero Rosso. Qui l’eccellenza è condensata in 300 indirizzi che percorrono le strade del gusto “freddo” della penisola italiana, in lungo ed in largo. La guida Gambero Rosso decreta appena 36 gelaterie come eccellenze 3 coni per la qualità e l’innovazione per la ricercatezza del gusto gastronomico.

                              Ti starai chiedendo cosa puoi imparare da queste 36 gelaterie: che la tradizione vince sempre. I gusti vellutati del cioccolato più buono d’Italia (titolo vinto da Paolo Brunelli), che i gusti più ricercati dai palati più raffinati sono quelli più classici o quelli preparati con frutta di stagione, magari serviti in piatto, con accompagnamento di eccellenze gastronomiche nostrane come il pistacchio di Bronte, famoso nel mondo.

                              Un’altra interessante scoperta gastronomica della guida del Gambero Rosso è Dario Rossi ed il suo Greed Avid. Sembra quasi il personaggio colorato di un volume dell’Accademia della Crusca, ma questo “ragazzo” ha realizzato un prodotto interessante per i palati dei suoi consumatori. Un gelato senza glutine e preparato con elementi biologici e a chilometro zero selezionati sul proprio territorio. Questo preparato così ricercato vince il premio di Miglior Gelato Gastronomico d’Italia, un omaggio alla cultura e alla natura dei Castelli Romani.

                              Trarre ispirazione dalla propria cultura locale, con prodotti preparati con elementi naturali e del territorio, serviti con un accompagnamento frizzante (che ne pensi di un vino, magari brulè) a contrastare il sapore dolce del gelato?

                              I gusti dell'estate 2017

                              La variegatura: l’intramontabile bellezza della diversità

                              Inutile mentire: tutti amiamo variare, anche nell’arte della gelateria. E quando un gusto stanca, si prova con la variegatura. Dalla più classica amarena al cioccolato, è sempre un gusto che si rinnova ogni estate, anche sulle tavole più eleganti. La differenza sostanziale sta nella “purezza” degli ingredienti: mentre al nord viene preferito più consistente, il sud Italia ama il gusto accennato, come qualcosa che arriva e sconvolge, ma ti abbraccia mente e palato.

                              Un variegato particolare che si propone come gusto artigianale nelle più esclusive gelaterie italiane ed internazionali è il sorbetto fragola e peperone rosso, sapientemente variato, l’About Strawberry and red pepper. Un gusto davvero curioso che potrebbe conquistare gli avventori più pretenziosi dei nostri locali. Questa piccola chicca gastronomica accontenta davvero tutti: può essere accoppiato con un piatto salato per essere proposto come alternativa in un elegante cena, oppure semplicemente offerto come dessert in gelateria.

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                              Umami al gusto Thai

                              Il quinto gusto del palato, definito umami dai giapponesi, si fa largo anche tra i gelatieri italiani. Dopo essersi intrufolato nel laboratorio di Paolo Brunelli ed essersi trasformato in “saporosità”. Dopo aver “costretto” ogni gelateria e locale a vestirsi di un’atmosfera fuori dal comune , l’umami si trasferisce direttamente in vetrina, sotto i riflettori. Diventa ancora più concreto nell’ultimo trend in fatto di gelati per l’estate 2017. Parliamo del gelato stile Thai.

                              La Thailandia: esotica, unica, inaspettata, iconica. Nulla di più lontano dalla sua traduzione enogastronomica che si fa minimalità gelatiera. “Lasciate ogni dettaglio, o voi che gustate”, sembra quasi urlare questa nuova misé del gelato di lusso: addio al cono e benvenuta coppa. Un equilibrio di fusione tra prodotto e presentazione: la spatola riduce al minimo la preparazione liquida del gusto scelto e ne fa una lastra sottilissima che diventa, poi, rotolo. Questi vengono disposti ad arte nella coppa e miscelati con ogni elemento scenografico e culinario possa esser nella mente del cliente: nocciola, cocco, pistacchio, granelle, sciroppi.

                              Insomma, un vero Ice ‘n roll da servire all’istante e gustare altrettanto velocemente.

                               

                              Quale sceglierai per la tua attività da mettere in mostra nella tua gioielleria FB?

                              Francesca Cora Sollo

                              FRANCESCA CORA SOLLO

                              Digital Strategist innamorata (persa) del digitale. Aiuto le piccole aziende a raccontarsi in rete attraverso la comunicazione morbida. Credo negli abbracci digitali che diventano reali e che il mondo sia una giungla ma se sei strategicamente te stesso e sorridi forte (forse) ti salvi.

                              Mi occupo di copywriting, content design e social media marketing.

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