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Category La Vetrina

Storie dolci e di dolci: quando il locale si fa teatro

Entrare in un bar, in una pasticceria, gelateria o locale di qualsiasi tipo costituisce un’esperienza unica, sempre nuova e diversa, anche quando il luogo è, all’apparenza, lo stesso. Ogni volta cambia il nostro stato d’animo e quello degli altri avventori che, loro malgrado, condividono con noi qualche momento, cambiano gli odori, i colori ed i gusti, cambiano i pensieri e cambia l’atmosfera. A volte il gesto di una persona che ci sorride spostandosi un po’ per lasciarci entrare, la risata delle persone al tavolo vicino o il saluto di chi sta dall’altro lato del bancone sono sufficienti a dare nuove tonalità e sfumature alla nostra quotidianità. Ciò che rimane costante è il luogo: il locale che funge sia da motore e catalizzatore di situazione ed emozioni sia da loro spettatore e che, nello stesso tempo fa da sfondo a tante storie che vanno in scena, intrecciandosi, trasformandosi e diventando nuove. Come in un teatro.

Volendo sviluppare ed approfondire questo paragone possiamo attribuire al locale tre punti di vista o, per rimanere nel gergo scenico, tre differenti ruoli. Vediamoli!

Il locale si fa teatro

#1 – Il locale come attore protagonista

Come in un teatro, nei bar, nelle pasticcerie, nelle gelaterie e nei locali, ogni giorno, i volti si avvicinano e si allontano e gli occhi si incontrano, si incrociano e si raccontano: ad andare in scena sono sia i momenti semplici e le abitudini di tutti i giorni, come il cornetto-e-cappuccino del mattino, sia le emozioni e i sentimenti delle occasioni speciali, come l’amicizia e la gioia di un aperitivo o di una tazza di thè in compagnia, l’affetto e la serenità della scelta dei pasticcini per il pranzo della domenica, l’amore e la complicità di una coppa di gelato con due cucchiaini. Una moltitudine di attori – non – protagonisti e comparse che si avvicendano sul palcoscenico del bar o della pasticceria. La scenografia è quella costituita dagli elementi di arredo, dalle vetrine per l’esposizione dei prodotti, dai tavoli, dall’atmosfera e dal mood che il dialogo tra questi elementi ed il contesto contribuiscono a definire e a caratterizzare.

Il locale non è più semplice luogo, ma diventa il vero e proprio protagonista dello spettacolo, il catalizzatore attorno al quale orbitano e prendono forma le storie, le vicende e le emozioni di tutti gli altri personaggi secondari: il barista, il pasticcere, il gelatiere, il cliente, la persona di passaggio.

Il valore e la qualità della performance del locale-attore-protagonista sono tanto più elevati quanto maggiore si dimostra la sua capacità di contraddistinguersi, sia per la qualità estetico – architettonica del design che lo identifica e lo rende unico sia per l’eccellenza dei prodotti che offre. Anche questi interpretano un ruolo fondamentale: devono essere infatti belli da vedere e accattivanti, perchè la prima impressione è quella che guida nella scelta di chi acquista, ma anche (e soprattutto) buoni perchè devono lasciare il segno nei sensi e nella memoria di chi li assaggia. Per questo, oltre ad essere perfetti nel gusto, devono anche essere ben presentati e ben esposti all’interno di vetrine capaci di garantire le condizioni ottimali per la loro conservazione. Sull’argomento vedi anche questo post.

Il locale si fa teatro

#2 – Il locale come co-protagonista

Da qualche anno, sulla scia del successo che stanno riscuotendo i vari format televisivi dedicati alla cucina, alla pasticceria, al cake design e chi più ne ha più ne metta, alla performance del locale in sè a volte va ad aggiungersi anche quella anche di un co-protagonista. Si tratta dello chef o del pasticcere che, nel corso di eventi speciali organizzati ad hoc, si esibisce in spettacoli di show cooking, cioè dimostrazioni live di cucina davanti ad un pubblico, nel corso delle quali i maestri raccontano se stessi e le proprie ricette, svelando e condividendo aneddoti e curiosità sui piatti che preparano.

In queste occasioni al centro della scena non ci sono più solo il locale e la sua identità ma anche il maestro: i due soggetti si relazionano ed interagiscono, accompagnandosi a vicenda nel corso dello spettacolo come due musicisti in concerto. Il pubblico spettatore è costituito da un numero limitato di persone che per lavoro si occupano di cucina e pasticceria o, sempre più spesso, dai cosiddetti foodies, gli esperti enogastronomici, non professionisti, che per passione ricercano e studiano il buon cibo e che sono attenti e curiosi nei confronti di tutte le ultime novità e tendenze del mondo della cucina gourmet.

Spesso le esibizioni di showcooking sono organizzate e realizzate a scopo non solo didattico – formativo, ma anche (e soprattutto) per promuovere prodotti e locali: oggi infatti, la crescente attenzione per la cucina e la pasticceria, dimostrata appunto dall’aumento esponenziale del numero di appassionati, dal proliferare di blog e siti web dedicati e dalla vera e propria invasione dei programmi sugli stessi temi, spinge gli addetti ai lavori a volersi accaparrare la presenza dei nomi più in voga del momento, così da poter ampliare il proprio raggio di interesse. Si tratta quindi di spettacoli in cui il locale ed i suoi prodotti insieme all’ospite chiamato ad intervenire, si esibiscono contemporaneamente di fronte ad un pubblico comune dividendosi la scena e mettendo in mostra le rispettive qualità. Tra i nomi illustri intervenuti per i prodotti del gruppo Clabo ci sono, ad esempio, il maestro Iginio Massari per Orion e la cheffa Maria Vittoria Griffoni per FB Showcases.

#3 – Il locale come scenografia

A chiudere questo parallelismo tra locale e teatro c’è un ultimo ruolo: quello rivestito dal locale stesso quando fa da sfondo ai momenti condivisi sui social. Da questo punto di vista le modalità di intepretazione sono moltissime e sempre in continua trasformazione ed aumento: foto, selfie, video e stories ma anche tag e hashtag. Si tratta di contenuti in cui il bar, la pasticceria o la gelateria non sono più veri e propri protagonisti perchè al centro della scena ci sono le persone che, pubblicando e postando, condividono con il resto del mondo un particolare momento. Il locale funge da scenografia, partecipando, indirettamente, alla definizione dell’atmosfera della foto o del video e tornando ad essere luogo.

A volte viene esplicitamente indicato attraverso tag, indicazioni geografiche o commenti, mentre altre volte viene lasciato più semplicemente e silenziosamente sullo sfondo, alle spalle dei sorrisi e degli abbracci, dietro alle foto di piatti che sembrano opere d’arte, al di sotto della musica. In queste occasioni torna ad assumere un’importanza fondamentale il valore dell’interpretazione del locale, perchè è da essa che ne dipende la riconoscibilità. Sono infatti il carattere e l’identità propri del locale, risultato della somma del design del luogo e della qualità del prodotto che offre, a renderlo unico e ben distinguibile.

Torniamo quindi a quanto già evidenziato al punto #1: sia che lo si consideri attore protagonista o co-protagonista, sia che lo si releghi ad un ruolo puramente scenografico, il valore della performance del locale è direttamente proporzionale al design ed alla qualità dei prodotti che vende. Nell’ambito della pasticceria e della gelateria è dunque essenziale scegliere al meglio la vetrina refrigerata destinata alla conservazione ed all’esposizione dei dolci.

Vieni a scoprire l’eccellenza del marchio FB Showcases e l’infografica realizzata da Cinzia di Martino:

Infografica: il locale si fa teatro

Elena D'Ottavi - FB showcases

Arch. ELENA OTTAVI

Marchigiana amante dei numeri, dell’Arte e della sua storia. Curiosa, sensibile ed interessata soprattutto alle questioni legate al recupero urbano, alla tutela del territorio e del patrimonio architettonico-artistico-paesaggistico, alla progettazione sostenibile ed al design, opera come architetto free-lance e collabora ai blog di alcune aziende del settore.

Innamorata dei libri e del mare, sogna di poter viaggiare alla scoperta del mondo e dei luoghi in cui la buona Architettura ed il Design hanno saputo (e sapranno) dare vita a spazi urbani vivi e sostenibili, sotto tutti i punti di vista. E, ovviamente, di progettarli!

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    Cioccolato artigianale: come e dove conservarlo al top

    Cioccolato ieri e oggi

    “L’unico modo per liberarsi dalle tentazioni è cedervi” scriveva Oscar Wilde a fine Ottocento e se c’è una cosa a cui io non riesco davvero a dire di no è il cioccolato, in qualunque forma si presenti: cioccolatini, praline, uova di Pasqua, ingrediente di un dessert, gusto di gelato.

    Viene prodotto a partire dalle fave di cacao, frutti della specie arborea Theobroma cacao, meglio nota come albero del cacao, e probabilmente conosciuta già intorno al 1500 – 1000 a.C.. Aztechi e Maya la coltivavano per ricavarne una bevanda a base di cacao, acqua calda e pepe, dal sapore amaro ma dalle prodigiose proprietà energetiche, terapeutiche ed afrodisiache: la chiamavano cibo degli dèi e se ne servivano nel corso di cerimonie e rituali sacri.

    La ricetta del cioccolato moderno, così come oggi lo intendiamo, comincia a prendere la forma attuale nel corso del XVI sec. quando i monaci spagnoli cominciano ad addolcire l’amara bevanda attraverso l’aggiunta di zucchero, vaniglia e altri aromi.

    E nel corso della storia sono stati innumerevoli i personaggi che hanno lasciato traccia della loro passione per questa delizia: da Maria Antonietta, che sembra viaggiasse solo accompagnata da un cioccolataio personale, a Voltaire, che ne beveva una dozzina di tazze al giorno per combattere i malanni dovuti all’età, a Giacomo Casanova, che ne faceva larghissimo uso in virtù delle proprietà afrodisiache. Non mancano poi le citazioni famose: in Così fan tutte Mozart racconta del suo forte desiderio per il cioccolato, Roald Dahl gli dedica La fabbrica di cioccolato, tradotto due volte al cinema, e Chocolat è il titolo del film (uno dei tanti sul tema) con Juliette Binoche e Johnny Depp.

    Conservazione cioccolato artigianale

    Cioccolato per tutti i gusti

    Nonostante i circa 3000 anni di storia e l’evoluzione tecnologica e tecnica, il ciclo di lavorazioni che da vita al cioccolato, è rimasto pressoché identico a se stesso. Alla base di tutto vi sono le fave di cacao, da cui derivano le tre principali tipologie di materia prima di cui i mastri cioccolatieri si servono per la preparazione delle loro specialità: la pasta di cacao, il burro di cacao e la polvere di cacao. La pasta di cacao è il risultato della macinazione della granella di cacao (fave essiccate, ridotte in pezzi e tostate): la pressione e l’attrito generano calore che, a sua volta, induce la fusione del burro di cacao, la parte grassa contenuta nei semi. Questa, separata dalla pasta per mezzo di presse e successivamente filtrata, è ciò che attribuisce al cioccolato la brillantezza e la capacità di sciogliersi in bocca. Ciò che rimane della pasta viene infine nuovamente macinato per diventare polvere di cacao.

    Quello che nel tempo è cambiato ed ha subito modificazioni sono le singole ricette necessarie ad ottenere i prodotti finiti: posta una base di partenza comune e pressoché identica per tutti, la diversificazione riguarda le infinite tipologie di prodotti finiti. Cioccolatini, tavolette, praline e uova vengono oggi preparati nei gusti più svariati e, alle volte, insoliti, e ciò che li caratterizza, li identifica e li rende unici sono l’arte e la maestria degli artigiani cioccolatieri che li hanno realizzati.

    Conservazione cioccolato artigianale

    Nemici del cioccolato

    Il cioccolato artigianale di qualità viene solitamente preparato a partire dalla pasta di cacao, alla quale vengono aggiunti aromi ed ingredienti. E poi? Che succede ai prodotti finiti? Quali sono i tempi e le modalità per conservarli al meglio?

    Una volta realizzati, i prodotti a base di cioccolato, hanno alcuni principali nemici dai quali vanno protetti e tenuti alla larga: temperature elevate, condizioni di umidità, ambienti contaminati da altri odori ed esposizione a luce ed aria.

    L’esposizione ad alte temperature provoca infatti lo scioglimento del burro di cacao ed è causa del fenomeno detto fioritura del burro, che consiste nella comparsa di una patina sottile di colore grigio – bianco sulla superficie del cioccolato. Il gusto in sé non ne risulta compromesso né ci sono rischi per la salute di chi lo mangia, ma ne risente fortemente l’aspetto estetico che, come sappiamo, è fondamentale nell’ambito dell’artigianato dolciario.

    L’esposizione ad eccessiva umidità produce la cosiddetta fioritura degli zuccheri, cioè la condensazione di micro – cristalli di zucchero sulla superficie del cioccolato, la quale assume di conseguenza un aspetto ruvido ed irregolare, invece che presentarsi liscia e lucida come dovrebbe. Quando invece viene a contatto con luce ed aria si assiste al fenomeno dell’ossidazione, cioè la parte grassa contenuta del cioccolato si decompone producendo perdita di sapore.

    Infine vi sono i rischi legati all’esposizione agli odori che il burro di cacao, essendo una sostanza grassa, tende ad assorbire molto velocemente.

    Conservazione cioccolato artigianale

    Vetrine per cioccolato al top

    Le condizioni ideali per la perfetta conservazione del cioccolato sono quelle che garantiscono una temperatura media e costante compresa tra i 10 e 18°C e umidità tra il 20 e il 50%. Temperature troppo basse o troppo elevate, umidità ed esposizione agli altri fattori indicati sopra sono causa dell’insorgere di quei fenomeni che, seppure non dannosi dal punto di vista della salute di chi mangerà quel cioccolato, producono negative modificazioni dell’aspetto estetico dei prodotti. Questi in particolare non risulteranno con superficie liscia, lucida e priva di bolle come la regola d’arte imporrebbe, ma si presenteranno invece ruvidi ed opacizzati per effetto delle fioriture.

    È quindi di fondamentale importanza che le vetrine destinate alla loro conservazione ed esposizione siano controllate e regolabili in maniera estremamente precisa ed accurata: solo in questo modo sarà possibile assicurare le condizioni interne ottimali dal punto di vista della temperatura e del tasso di umidità, garantire la massima qualità estetica del cioccolato e, infine, proteggerlo dalla contaminazione con altri odori ed aromi che ne altererebbero il gusto. Le vetrine FB rispondono a questi requisiti, dedicando ad ogni modello una vetrina progettata appositamente per la cioccolateria.

    Questo complesso sistema di condizioni ottimali deve potersi calibrare anche in funzione della perfetta conservazione di contenuti eterogenei: infatti il cioccolato viene spesso lavorato, confezionato e venduto in una moltitudine di forme e consistenze e combinato con altri ingredienti facilmente deperibili per ottenere, ad esempio, creme o praline, delle quali devono essere allo stesso modo garantite qualità, freschezza e genuinità.

    Elena D'Ottavi - FB showcases

    Arch. ELENA OTTAVI

    Marchigiana amante dei numeri, dell’Arte e della sua storia. Curiosa, sensibile ed interessata soprattutto alle questioni legate al recupero urbano, alla tutela del territorio e del patrimonio architettonico-artistico-paesaggistico, alla progettazione sostenibile ed al design, opera come architetto free-lance e collabora ai blog di alcune aziende del settore.

    Innamorata dei libri e del mare, sogna di poter viaggiare alla scoperta del mondo e dei luoghi in cui la buona Architettura ed il Design hanno saputo (e sapranno) dare vita a spazi urbani vivi e sostenibili, sotto tutti i punti di vista. E, ovviamente, di progettarli!

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      Anche l'occhio vuole la sua parte, soprattutto all'ora del dessert

      Vetrine refrigerate per dolci perfetti

      Quante volte ci sarà capitato, golosi e non, di ritrovarci casualmente a passeggiare davanti a qualche vetrina straripante di dolci, torte o biscotti di ogni tipo e di divorare tutto con gli occhi, oltre a desiderare di farlo davvero? E quante volte al ristorante ci è venuta l’acquolina in bocca intercettando il cameriere intento a servire il dessert ai clienti del tavolo accanto?

      Quante altre volte, invece, arrivati in pasticceria o in gelateria con l’idea fissa e la gran voglia di prenderci una porzione di quel dolce o di gustarci un bel gelato al nostro gusto preferito, ce ne siamo andati via delusi senza trovare nulla che soddisfacesse le nostre alte aspettative?

      È assolutamente innegabile come nell’ambito della cucina e, soprattutto, della pasticceria, della gelateria, della cioccolateria e dell’artigianato dolciario in genere, anche l’occhio voglia la sua parte. È innanzitutto quello che vediamo a guidarci nella primissima fase di selezione di ciò che assaggeremo o mangeremo: il gusto viene allo step successivo.

      L'occhio vuole la sua parte - FB Showcases

      Vetrine refrigerate: non solo arredamento

      Prima della magia di sapori che i mastri pasticceri e gelatieri sono in grado di ottenere dalla fusione di arte ed ingredienti, è la buona e bella presentazione dei prodotti ad indirizzare le preferenze di chi sta davanti al bancone.

      Da questo punto di vista è fondamentale il ruolo delle vetrine refrigerate che contengono, conservano ed espongono i dolci realizzati e che costituiscono, solitamente, l’elemento di arredo principale, per importanza e dimensioni, delle sale e dei locali che preparano e vendono queste prelibatezze.

      Esse devono caratterizzarsi per design ed estetica, devono trasmettere eleganza e raffinatezza oltre che saper dare da una parte il giusto risalto ed evidenza a sé stesse, dall’altra valorizzare ed esaltare l’ambiente che le circonda.

      Ma, soprattutto, le vetrine refrigerate devono garantire la massima qualità dei prodotti che contengono, qualità che dipende da molteplici fattori combinati tra loro in un equilibrio delicatissimo: è fondamentale che esse siano in grado di assicurare le condizioni interne ottimali per la conservazione dei dolci, adeguate alle diverse tipologie dei prodotti al loro interno.

      Vetrine refrigerate per tutti i “gusti”

      Che si tratti di pasticcini, semifreddi, mousse, gelati o altro, ciascun dolce necessita di specifiche condizioni di temperatura e umidità che risultano, nello stesso tempo, influenzate dall’ambiente esterno e della sua estrema variabilità: temperature al di fuori molto elevate o molto basse, esposizione al sole o a fonti di calore, aperture frequenti e prolungate possono infatti rappresentare gravi pericoli per il contenuto delle vetrine. Queste devono pertanto essere isolate, adattabili e regolabili, così da consentire il mantenimento del microclima interno ideale per la conservazione dei prodotti.

      Parlare di semplice freddo non è sufficiente. Ciascun dolce necessita di temperature specifiche, non necessariamente sotto lo zero come per il gelato, e anche difformità di pochi gradi rispetto a quelli consigliati possono fare la differenza. Questo sia dal punto di vista della buona conservazione (ai fini della sicurezza alimentare) dei prodotti realizzati con ingredienti facilmente deperibili come uova, latte e derivati, sia sotto il profilo della bella presentazione. A chi non è mai capitato, infatti, di trovarsi di fronte a vetrine di cui fosse impossibile vedere il contenuto perché brinate o appannate oppure di dover scegliere tra dolci parzialmente sciolti o, al contrario, troppo congelati e che davano l’impressione di trovarsi lì da chissà quanto tempo?

      È proprio questo il compito di una vetrina refrigerata efficiente: deve conservare ma deve anche esporre i prodotti alle migliori condizioni.

      Vetrine refrigerate per dolci buoni e belli

      All’interno di una vetrina refrigerata, i dolci devono sempre essere ben visibili e belli da vedere. La buona visibilità si ottiene sia attraverso la dotazione di dispositivi anti-appannamento e di regolazione dell’umidità, sia attraverso la forma e geometria della vetrina stessa. Ad esempio la vetrina Amazing di FB è fornita di più ripiani refrigerati, disposti in maniera tale che quelli superiori non ostacolino la vista di quelli collocati più in basso.

      La giusta combinazione di temperatura ed umidità interne, controllate e regolate con la massima cura in funzione del tipo di dolce, assicurano quei colori e quelle consistenze in grado di trasmetterci l’idea di gusto e di farci venire l’acquolina. In questo modo le prelibatezze contenute all’interno delle vetrine mantengono la qualità, la freschezza, le proprietà organolettiche e, soprattutto, quel non-so-che che hanno quando sono appena state fatte e che tende a svanire dopo un po’.

      Sotto questo profilo è molto importante anche che una buona vetrina refrigerata sia in grado di prevenire o di evitare i negativi fenomeni di ossidazione e di opacità dei dolci. Il primo è la reazione chimica innescata dalla presenza di ossigeno e che determina l’alterazione delle caratteristiche dei prodotti dal punto di vista del gusto, delle proprietà e della freschezza. Il secondo è invece quel noioso effetto riscontrabile soprattutto sui dolci ricoperti da glasse e sul cioccolato, che ce ne fa percepire i colori in maniera distorta e ci impedisce di coglierne le sfumature più vivaci.

      Quindi la scelta della vetrina più adatta per il proprio laboratorio, pasticceria o locale non va fatta esclusivamente in termini di design ed arredamento: certo, questo è un aspetto importante e da non trascurare, ma ancor di più lo è la garanzia di offrire al cliente prodotti sempre freschi, genuini e ben presentati.

      Elena D'Ottavi - FB showcases

      Arch. ELENA OTTAVI

      Marchigiana amante dei numeri, dell’Arte e della sua storia. Curiosa, sensibile ed interessata soprattutto alle questioni legate al recupero urbano, alla tutela del territorio e del patrimonio architettonico-artistico-paesaggistico, alla progettazione sostenibile ed al design, opera come architetto free-lance e collabora ai blog di alcune aziende del settore.

      Innamorata dei libri e del mare, sogna di poter viaggiare alla scoperta del mondo e dei luoghi in cui la buona Architettura ed il Design hanno saputo (e sapranno) dare vita a spazi urbani vivi e sostenibili, sotto tutti i punti di vista. E, ovviamente, di progettarli!

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        Come scegliere la vetrina migliore per una gelateria

        Scegliere la vetrina migliore è un aspetto fondamentale per la vita di un gelatiere, perché incide notevolmente sia sul suo benessere che sul rendimento professionale. Per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvi quali sono i 4 fattori cruciali da rispettare quando arriva il momento di scegliere una vetrina: se li seguirete, avrete la certezza di aver investito al meglio le vostre risorse e di aver individuato la vetrina perfetta per la vostra idea di gelateria.

        #1 Una vetrina deve… ottimizzare lo spazio

        Lo spazio è un fattore cruciale per qualunque attività: la redditività di uno store, infatti, si calcola anche in base alla metratura disponibile. L’obiettivo principale è l’ottimizzazione: per questo motivo, i locali che hanno a disposizione uno spazio limitato (ad esempio le gelaterie con poca metratura, tipiche dei centri storici, oppure i ristoranti e le altre attività di ristorazione che non hanno nel gelato il proprio core business) dovrebbero valutare con estrema attenzione le dimensioni della propria vetrina, stabilendo se dare più importanza allo spazio calpestabile per i clienti o allo strumento di lavoro.

        #2 Una vetrina deve… valorizzare il prodotto

        Quando ci si ritrova di fronte a un nuovo cliente, non è possibile prevedere quali siano i suoi gusti, né quanto sia disposto a spendere. Ma su una cosa non ci sono dubbi: prima di farlo con la bocca… il cliente mangia con gli occhi. Per questo motivo bisogna presentare il proprio gelato nel migliore dei modi. E per riuscirci l’unica soluzione è scegliere una vetrina in grado di valorizzarlo con il massimo della visibilità e della trasparenza: tutte le soluzioni di conservazione che impediscono il contatto visivo con il prodotto e lo nascondono rappresentano un suicidio commerciale.

        #3 Una vetrina deve… risolvere le esigenze

        Non tutte le gelaterie lavorano con la stessa intensità o nelle stesse condizioni climatiche: una gelateria da mille scontrini al giorno in un chalet sulla spiaggia e un bar da cento scontrini alla settimana in un rifugio alpino hanno esigenze differenti. Il professionista che serve gelato con continuità, e lo fa a temperature elevate, mette a dura la propria vetrina: per questo motivo deve scegliere uno strumento di assoluta qualità, dotato di un ottimo sistema refrigerante e di vetro anti-appannamento, se non vuole correre il rischio di restare a terra a causa di guasti e cedimenti improvvisi della vetrina.

        #4 Una vetrina deve… stupire il cliente

        Anche l’occhio vuole la sua parte, oggi più che mai. Negli ultimi anni, infatti, il concetto di acquisto è mutato: è diventato sempre meno “consumo”, per trasformarsi in un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi del cliente. Dunque, all’interno di una gelateria è importante curare anche l’impatto estetico: una vetrina dal design elegante e ricercato è la soluzione migliore per stupire il cliente, catturare la sua attenzione e donare uno stile accattivante al locale.

        Le vetrine gelato FB

        Le soluzioni del marchio FB rispettano tutti e quattro i fattori cruciali da osservare per scegliere la vetrina migliore all’interno di una gelateria. Da sempre, infatti, FB è sinonimo di stile, eleganza ed elevate prestazioni. Il Cuore Tecnologico di FB risolve tutte le esigenze dei professionisti del settore e si presenta sul mercato con una vasta gamma di vetrine: mettilo alla prova!

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