Il dolce della domenica: viaggio dei sensi tra gusto e tradizioni

Il nostro è un Paese dai mille volti e dalle mille realtà e del quale è difficile riassumere, in pochi tratti, i caratteri principali e le molteplici sfumature. C’è però un aspetto, un rituale in grado di superare i regionalismi e, che seppure con diverse declinazioni, mette tutti d’accordo: è la tradizione del dolce della domenica.

Ovviamente non esiste un dolce della domenica: ogni regione, ogni città ed ogni paese ha la propria ricetta, alla quale è strettamente legato un po’ per campanilismo, un po’ per motivi di cuore.

Cuore, sì: perché il dolce della domenica non è semplicemente una questione di quantità, di pesi, di temperature, di procedimento. Al contrario il suo valore risiede anche e soprattutto nella sua capacità di evocare in noi le immagini, gli odori, le sensazioni, i ricordi felici della nostra infanzia. Come quando la domenica mattina a svegliarti era il profumo del dolce che cuoceva in forno e tu non vedevi l’ora che si raffreddasse per poterne assaggiare una fetta, prima che la mamma o la nonna intervenissero a placare speranze ed entusiasmo dicendoti: “No, adesso no. È per il pranzo”!

Al di là di questo è a quegli aromi e a quell’attesa che siamo affezionati e che oggi vengono rievocati ogni volta che torniamo ad assaggiare i dolci tipici dei nostri luoghi d’origine e della nostra infanzia ed ogni volta che viene rinnovato il rituale del dolce della domenica.

Pasticcini, dolce della domenica

A ciascuno il suo

L’Italia, come ben sappiamo, è un Paese dalle tradizioni forti e consolidate, specialmente in cucina e in pasticceria. C’è da rimanere sbalorditi di fronte al numero ed alla varietà infinita di dolci e di altre prelibatezze tra cui possiamo scegliere.

Ad esempio nelle Marche l’usanza impone che non è Domenica senza il ciambellone da inzuppare nel vino o senza la crema (una sorta di zuppa inglese), mentre in Toscana è vietato concludere il pranzo senza castagnaccio o cantuccini.

A Bari il giorno di festa si onora con le zeppole, quelle vere: diffidare delle imitazioni! A Napoli invece c’è un dolce per ogni occasione, ma le sfogliatelle, da gustare con il caffè, non possono proprio mancare.

Nelle regioni del Nord la Domenica si preparano lo strudel, la sbrisolona, la torta di latte e il bònet (il budino di cioccolato e amaretti tipico piemontese).

E poi ci sono tutte quelle tradizioni che, in maniera trasversale, si ritrovano ben radicate e consolidate nelle cucine e nelle pasticcerie di tutta Italia. Come il tiramisù nelle sue molteplici varianti: classico a base di savoiardi e caffè, alle fragole, al cioccolato, al pistacchio, come quello celeberrimo del Bar Pompi di Roma.

E come l’intramontabile, nonché domenicalissimo, vassoio di paste. A seconda del luogo, vengono chiamate in maniera differente, paste, pastarelle, pasticcini, ecc., ma la sostanza resta più o meno la stessa: una selezione di mignon assortiti come bignè ai gusti vari, millefoglie, code di aragosta, crostatine e tartellette di frutta, cannoli, biscotti secchi, meringhe, da gustare in compagni alla fine del pranzo.

Tiramisù, dolce della domenica

Viaggio dei sensi, della mente e del cuore

Gli artisti della pasticceria italiana hanno fatto proprie queste forti ed apprezzate tradizioni, valorizzandole e rendendole vero e proprio patrimonio dell’umanità! Hanno saputo intraprendere e portare avanti con successo un percorso che dal passato ed attraverso scelte innovative li ha condotti fino ad oggi per la gioia e la delizia dei nostri palati, ma non solo. Un dolce infatti non è semplicemente la portata finale del pranzo ma un’esperienza complessa e multisfaccettata in grado di farci viaggiare a 360° nello spazio, nella storia e nella cultura e di raccontare una storia fatta di sapori, colori, aromi ed esperienze.

E, soprattutto, il dolce rappresenta la bellezza, la felicità e la condivisione: è ciò che, magari inconsciamente, la nostra mente associa ai quei momenti di festa e di rilassata serenità in compagnia e che il nostro cuore custodisce.

Per questo chi realizza i dolci deve saper raccontare sé stesso e trasmettere amore, così come il locale. La pasticceria rappresenta l’origine del viaggio, per cui non può limitarsi ad essere soltanto un laboratorio o un semplice luogo: al contrario deve mostrare la propria storia e la propria anima ed essere in grado di suscitare le emozioni di chi è alla ricerca di un momento felicità.

È possibile tutto ciò? Quali sono le caratteristiche e gli aspetti che possono rendere una pasticceria in grado di farci viaggiare con i sensi, con la mente e con il cuore?

Vetrina, dolce della domenica

Come può una pasticceria suscitare emozione?

Riuscire a suscitare emozioni significa essere in grado di stimolare e far suonare le corde del cuore dei clienti. Ma in che modo? Proviamo, qui di seguito a raccogliere tre suggerimenti per rendere indimenticabile il viaggio nella propria pasticceria.

  1. Raccontarsi senza fossilizzarsi

La pasticceria deve raccontare sé stessa e la sua storia, le cui radici sono profondamente ancorate nelle tradizioni, senza tuttavia cristallizzarsi nella gloria del tempo che fu. Il passato è importante e costituisce quel tassello imprescindibile che ci lega ai ricordi ed alla memoria, ma altrettanto fondamentale è la capacità di innovarsi, sia nel design che nelle ricette, così da mantenersi sempre pronti a soddisfare i desideri di clienti di tutte le età.

  1. Identificarsi senza snaturarsi

La pasticceria deve rappresentare un’esperienza unica, per cui è importante identificare quali sono gli aspetti, i caratteri e le peculiarità che ne costituiscono l’identità e valorizzarli al massimo. Senza tuttavia perdere di vista la propria natura e personalità, fatte di ricette ma anche di stile, di estetica, di rituali e di cura dei particolari.

  1. Innamorarsi

Come abbiamo già visto prima, il dolce evoca attimi di felicità e trasmette amore. Per cui ogni aspetto all’interno della pasticceria, il luogo dove questi sentimenti nascono, deve fare altrettanto: tutto deve essere ordinato, sereno, rilassato, il design equilibrato, il personale sorridente e pacato, la musica in sottofondo avvolgente ma non invadente, gli aromi ammalianti ma non opprimenti.

 

La pasticceria deve piacersi e prestare a sé stessa ed ai suoi prodotti quelle attenzioni che si riservano ad un innamorato: e quando l’amore è nell’aria, tutto ne viene avvolto.

È tra questi obiettivi ed esigenze che l’esperienza e l’impegno di FB Showcases si muovono ogni giorno, portandoci con sé alla ricerca della massima performance e del perfetto design, attraverso un dolce viaggio dei sensi tra gusto e tradizione.

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Elena D'Ottavi - FB showcases

Arch. ELENA OTTAVI

Marchigiana amante dei numeri, dell’Arte e della sua storia. Curiosa, sensibile ed interessata soprattutto alle questioni legate al recupero urbano, alla tutela del territorio e del patrimonio architettonico-artistico-paesaggistico, alla progettazione sostenibile ed al design, opera come architetto free-lance e collabora ai blog di alcune aziende del settore.

Innamorata dei libri e del mare, sogna di poter viaggiare alla scoperta del mondo e dei luoghi in cui la buona Architettura ed il Design hanno saputo (e sapranno) dare vita a spazi urbani vivi e sostenibili, sotto tutti i punti di vista. E, ovviamente, di progettarli!

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